17 gennaio 2008

Per un passaporto in più...

Pregiatissimi Signori Ministri Bonino, D'Alema, Amato e Mastella,

Vi prego innanzi tutto di voler accettare le mie più sentite scuse se invio alla  vostra  cortese attenzione questa comunicazione che a confronto degli spinossimi  problemi  quotidiani con cui vi dovete confrontare risulterà di ben poco conto, tuttavia di seguito un breve estratto di vita quotidiana:

Questura di Imperia -Italia- Europa, questa mattina ore 09.30 circa.

"Buongiorno, è possibile ottenere un duplicato del mio passaporto?"
"Si è possibile"
"Bene!  Non sa come mi sento sollevato perchè ogni volta che devo viaggiare per lavoro..."
"Signore  f orse  non  mi sono spiegata bene. Noi le rilasciamo un duplicato del  suo  passaporto  poi  però  uno resta in deposito qui da noi presso la questura  e l'altro rimane con lei per viaggiare, così se dopo essere stato ad  esempio in Israele dovesse andare in Arabia Saudita utilizzando l'altro
passaporto non ci saranno problemi"
"Ma  guardi  che  questo  tipo  di intralci diplomatici è da tempo che sono stati archiviati e dimenticati dal 99% dei paesi nel Mondo, io sono entrato in Israele con lo stesso passaporto con cui sono entrato in Egitto, Emirati Arabi e pure Arabia Saudita e nessuno ha mai avuto da ridire. Mi scusi ma a questo  punto  mi sfugge il nesso, se uno dei due passaporti deve rimanere
depositato presso la questura, secondo lei per quale remota ragione io sono venuto qui questa mattina per chiederle un duplicato?"
"Non so cosa dirle signore ognuno ha le sue buone ragioni, in ogni caso la procedura prevede questo e nullaltro"

Ufficio passaporti di una cittadina a nord di Londra -Regno Unito- Europa, 28 Dicembre 2007  (Venerdì di festa) il mio collega di cittadinanza Britannica.

"Buongiorno, è possibile ottenere un duplicato del mio passaporto?"
"Si certo è possibile. In realtà non sarà un duplicato ma gliene rilasciamo uno nuovo e lei tiene anche quello che ha già in uso. Unico documento aggiuntivo che è previsto è una lettera scritta e firmata dall'amministratore  delegato della società per cui lei lavora in cui viene dichiarata la motivazione della sua richiesta per ragioni professionali"
"Ecco qui la lettera, me la sono già fatta preparare! Non sa come mi sento sollevato perchè ogni volta che devo viaggiare per lavoro..."
"Si conosciamo bene il problema ed è per questo che esiste questa possibilità di avere due passaporti per chi viaggia spesso per lavoro
"
"Immagino che in questi giorni di festa ci voglia un po' più di tempo per preparare il mio nuovo passaporto?"
"Le  potrebbe andare bene se sarà pronto tra 4 ore?"

(ovviamente dopo 4 ore il secondo passaporto era pronto per il ritiro)

A questo punto avrei alcune sfiziose domande per voi:

Ma a voi Signori Ministri quando facevate ancora parte del mondo terracqueo normale di tutti i giorni, vi è mai capitato di dover posticipare o addirittura cancellare un viaggio di lavoro perchè il vostro passaporto non poteva stare allo stesso tempo al consolato Cinese di Roma e quello Indiano di Milano per l'ottenimento dei visti, mentre voi eravate su di un aereo di
ritorno dagli USA?

E' possibile conoscere la logica su cui si fonda l'integerrima regola per cui non si possono possedere due passaporti contenporaneamente, per motive e giustificate ragioni professionali, s'intende? Che cosa si teme per il possessore di ben due passaporti, che ne venda uno dei due al mercato nero?
O forse che lo per espatriare cambiandone la sua identità?
Oppure che finisca in mano nemica? O cos'altro?
Se sono risultato "meritevole" di ottenerne uno, se posso dimostrare e motivare la richiesta per un passaporto aggiuntivo, se pago due volte tutte le marche da bollo tasse e sovratasse imposte ed accise (e questo dovrebbe interessarvi), cosa c'è ancora che non va?

E' dignitoso per un paese democratico imporre ad un cittadino possessore di un passaporto di apporre quindi dover pagare ogni anno una marca da bollo per rendere il famigerato libretto valido per l'espatrio fuori dai paesi della Comunità Europea?
Non suona come un mero ricatto? Non è come voler dire che viaggiare è sempre e solo un piacere, quindi un lusso, dunque:
"PAGA e TACI!" ?

Se avete occasione di parlare col vostro collega Padoa Schioppa oltre a portargli i miei più distinti saluti, potreste suggerirgli che per la prossima finanziaria anziche tutte queste marche da bollo tasse e sovratasse imposte ed accise, potrebbe proporre una tassa sull'aria che si respira.
Mi permetto di suggerirne la semplice formula: accisa es. 0,001 € cent X capacità massima respiratoria uomo adulto (circa 5 litri) X 50 inspirazioni minuto (è la media) X 1440 minuti (24 ore in quanto pure quando si dorme si consuma aria) X 365 giorni anno. Il risultato sarebbe strabiliante per le casse dello stato.
Un consiglio, non pensate manco lontanamente di mettere nella mani dei governatori regionali una così brillante trovata, in men che non si dica finirebbe che un cittadino di Ortisei, dove l'aria è più pura dell'acqua distillata, pagherebbe ben di più di un cittadino di Napoli, dove suo malgrado respira più diossina che ossigeno.

Cordiali saluti,

Marco Franchi

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Franchi,
da anni conosco questo problema - devo viaggiare per l'Asia centrale e ottenere i visti e' cosa lunga e costosa, pasticciata. Colleghi di altri paesi sono molti piu' agili proprio grazie al possesso di piu' passaporti. E i ns politici si stupiscono che l'Italia arranca sempre piu' con l'export...
E' possibile contattarti per email? Scrivi a gianguido@mail.ru.