1 marzo 2010

Sulla TIA la Commissione tributaria provinciale di Reggio Emilia dà ragione all'utente.

 

La TIA è un tributo

Prime pronunce di merito dopo la sentenza della Consulta

Con la sentenza n. 27/2010, la Commissione Tributaria provinciale di Reggio Emilia si è uniformata al principio sancito dalla Corte costituzionale, secondo cui la TIA ha natura tributaria. E' quindi nulla la bolletta/fattura TIA emessa con IVA. Per un ulteriore approfondimento si rimanda al commento a firma di Elisa Manoni, di prossima pubblicazione su GT - Rivista di giurisprudenza tributaria.

Di rilievo è la recente sentenza della Commissione Tributaria Provinciale di Reggio Emilia n. 27 depositata in segreteria il 15 febbraio 2010; l’argomento è la ormai famosa questione dell’applicazione dell’IVA sulla Tariffa di Igiene Ambientale (c.d. TIA) dopo la sentenza della Corte Costituzionale; si ricorda, infatti, che la Consulta con la sentenza n. 238 datata 16-23 luglio 2009, ha stabilito sostanzialmente che la tariffa rifiuti è in realtà una tassa, perché il suo costo non è proporzionale al servizio.

In sintesi, niente tariffa, niente imposta sul valore aggiunto, con tutte le complicazioni per il rimborso degli arretrati agli utenti e il cambio di regime dei soggetti che operano in campo IVA.

Il caso

La questione affrontata dai giudici della CTP di Reggio Emilia nasce dall’impugnazione, da parte di un contribuente, di una fattura emessa dalla società che gestisce il servizio rifiuti; la fattura era stata emessa quale corrispettivo per il servizio di rifiuti urbani ed assimilati per due locali occupati, ed era comprensiva di IVA emessa nell’ottobre del 2009, dopo quindi, la sentenza della Consulta che ne dichiarava la natura tributaria e quindi l’inapplicabilità dell’imposta sul valore aggiunto. Il ricorso era per l’annullamento dell’atto emesso dall’ente gestore e anche contro il Comune perché ente impositore.

L’analisi dei giudici

L’analisi effettuata dai giudici di primo grado nella corposa sentenza oggetto del presente commento, è obiettivamente di grande interesse per i diversi aspetti analizzati; se ne esamineranno i punti che si ritengono utili e si riallacciano alla sentenza emessa la scorsa estate dalla Corte Costituzionale.

La CTP osserva che con la sentenza n. 238/2009, la Corte Costituzionale ha dichiarato che la TIA è un tributo, del tutto identico alla tassa sui rifiuti. In quanto tale, i relativi proventi percepiti non possono essere assoggettati a imposta sul valore aggiunto, che invece colpisce solo i corrispettivi delle prestazioni di servizi. Il soggetto ricorrente chiede l’annullamento della fattura per mancanza dei requisiti richiesti dalla Consulta e in via subordinata la non debenza dell’IVA.

La Commissione rileva in diritto e nel merito che la Consulta con la citata sentenza ha rilevato con assoluta chiarezza ed esaustività che la TIA è un tributo;

· i prelievi hanno struttura autoritativa e non sinallagmatica: il servizio deve essere istituito obbligatoriamente dai Comuni e i soggetti tenuti al pagamento non possono sottrarsi a tale obbligo, salve tassative ipotesi di esclusione o di agevolazione;

· per il pagamento della TIA possono essere previste le bollette purché posseggano i requisiti richiesti dalla legge per gli atti impositivi, con conseguente impugnabilità anche di atti che abbiano la stessa funzione di accertamento e di liquidazione di tributi;

· analoghi sono i criteri di commisurazione dei due prelievi: per entrambi rileva la potenziale produzione di rifiuti ed essi, a riprova dell’insussistenza di un rapporto di sinallagma tra pagamento e servizio, sono dovuti anche nel caso in cui il produttore dimostri di aver adeguatamente provveduto allo smaltimento;

· ambedue i prelievi sono estranei all’ambito di applicazione dell’IVA, in considerazione dell’insussistenza di un rapporto di sinallagma.I giudici di merito osservano che la fattura oggetto del contenzioso appare legittimamente impugnata dal contribuente.

Secondo quanto previsto dalla Consulta, le bollette/fatture della TIA devono possedere i requisiti richiesti dalla legge per gli atti impositivi. In materia di riscossione, la cartella di pagamento deve contenere, tra l’altro, l’intestazione del responsabile del procedimento, l’iscrizione a ruolo, e di quello di emissione e di notificazione della stessa, le conseguenze connesse all’inadempimento dell’obbligazione risultante dal ruolo, le modalità, il termine e l’organo giurisdizionale cui è possibile ricorrere.

La fattura/bolletta, ai fini della sua qualificazione di atto tributario, deve essere integrata necessariamente con i requisiti suindicati. Tra l’altro, l’atto emesso dell’ente gestore con cui si chiede il pagamento della Tariffa di Igiene Ambiente (dove la dizione TIA non compare mai) non comprende i requisiti appena indicati ma richiede però il pagamento dell’IVA che, secondo la Consulta, non è dovuta in considerazione dell’insussistenza del rapporto di sinallagmaticità.

La sentenza della Corte Costituzione n. 238 del 16/23 luglio 2009 è stata pubblicata in G.U. n. 30 del 29 luglio 2009; in base all'art. 136, comma 1, della Costituzione “quando la Corte dichiara l’illegittimità costituzionale di una norma di legge o di atto avente forza di legge, la norma cessa di avere efficacia dal giorno successivo alla pubblicazione della decisione“.

Un caso precedente

Un breve cenno anche alla recente sentenza dei giudici della CTR Toscana che dimostra come ancora la questione della TIA presenti aspetti non chiariti. I giudici di merito della Commissione Tributaria Regionale della Toscana che si sono pronunciati, con sentenza 27/13/2010 hanno sostanzialmente affermato che l’IVA sulla TIA va pagata, almeno nei casi in cui a gestire il servizio sia una società. L’imposta, infatti, secondo i giudici di merito toscani è dovuta quando un servizio destinato al soddisfacimento di un interesse pubblico sia effettuato in regime di impresa.

Le conclusioni

La CTP di Reggio Emilia nella parte finale della sentenza non si limita a bocciare, dopo la sentenza della Corte Costituzionale, l’applicazione dell’IVA sulla TIA, ma dichiara anche nulla la fattura emessa dall’ente gestore perché priva delle informazioni obbligatorie per gli atti tributari degli enti locali.

In forza delle considerazioni suesposte, la Commissione tributaria accoglie il ricorso del contribuente e dichiara nulla la fattura emessa dall’ente gestore del servizio, condannando alle spese di giudizio, nella misura di 800 euro, sia il citato ente gestore, sia il Comune come ente impositore.

(Sentenza Commissione tributaria provinciale REGGIO EMILIA 15/02/2010, n. 27)

26 febbraio 2010

Più chiarezza ai soci COOP.

 

Il suggerimento consigliato, in casi simili, è di inviare una segnalazione all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per pubblicità ritenuta ingannevole.

Redazione ACU

La presente è stata inviata alla COOP ed a Voi per conoscenza.

Buon giorno Sono Biagio Cottone, socio COOP nr. xxxxxx, abitante a  yyyyyyyyy in via zzzzzzzzz. Ci tengo a precisare che ho preso la tessera di socio perché ritengo i prodotti a marchio COOP di una certa qualità, e quindi approfittare anche degli eventuali sconti e/o offerte riservati ai soci. Un'altra ragione è stata il fatto che passeremo sempre più tempo a Piombino, dove il più grosso ipermercato è l'IperCoop di Salivoli. Ero lieto di poter usufruire delle stesse opportunità che avevo a Pinerolo. Illusione! La prima volta che sono andato a fare la spesa presso l'IperCoop di Piombino mi è stato detto che la tessera in mio possesso serve soltanto per i punti (che non sono la motivazione che mi ha spinto ad associarmi, a dire il vero è la cosa di cui mi importa meno, per non dire nulla) e non per le offerte e/o altro, in quanto la cooperativa (mi pare di ricordare la Unicoop Tirreno) non è la stessa del Piemonte (la Novacoop).
Per carità, presso la sede di Pinerolo mi hanno offerto anche 2 buoni sconto di 10 Euro ciascuno a titolo di benvenuto, per cui la tessera mi è costata soltanto 5 Euro. Ma non è questo il punto! Io non mi sono associato a nessuna delle due, io ho inteso prendere la tessera di socio COOP, così come era, ed è, pubblicizzato da più parti. Ed usufruire dei vantaggi da essa offerti in quanto COOP, in qualunque dei punti vendita d'Italia, francamente non mi riguardava il fatto che amministrativamente la stessa cooperativa, con lo stesso marchio, quello rosso COOP, avesse nomi diversi a seconda della regione, infatti sulla tessera c'è scritto in grande COOP ed in piccolo Novacoop o Unicoop Tirreno. Aggiungo ancora, che senso ha che io possa acquistare un prodotto, magari a anche marchio COOP, usufruendo di uno sconto a Pinerolo (dove c'è la COOP - Novacoop) e non potendo usufruirne a Piombino (dove invece c'è la COOP - Unicoop Tirreno)? Nello specifico mi è successo per una maglietta che avevo acquistato in offerta a Pinerolo, arrivato due giorni dopo a Piombino intendevo acquistarne un'altra, vista la convenienza e la qualità del prodotto. Non è stato possibile, non ha importanza per l'oggetto in sé, ma il principio mi sembra fondamentale. Otre tutto mi sembra scorretto nei confronti del Socio in quanto tale ed al quale si "propone" e si "vende" il nome universale COOP e non quello locale.
Ripeto, non ho chiesto l'associazione alla Novacoop o alla Unicoop Tirreno ma alla COOP. Altra cosa, che per me passa un po' in secondo piano, ma che riveste una discreta importanza etica: quando sono andato per tesserarmi non c'è stato alcuno che mi abbia informato di questo fatto, ovvero la differenza che esiste da una regione all'altra. E quando sono tornato per chiedere spiegazione, l'unica risposta che mi si forniva è stata: "e sì, si tratta di società diverse" e nulla di più. Devo dire che mi sono sentito un po' preso in giro da tutta questa storia. Scherziamo! Si presentano tutte con lo stesso marchio, sempre lo stesso, rosso, COOP. Le pubblicità che passano in TV, o su i principali media, comunicano sempre e soltanto il marchio COOP, non viene mai menzionato il nome della cooperativa locale. Sì, è vero, sul sito "www.coop.it" mi fa scegliere la provincia e di conseguenza mi dirotta su pagine di diverse, ma sempre con lo stesso layout. Io stesso, che lavoro nel mondo dell'informatica e di internet, mi sono preoccupato di andare a vedere il sito solo dopo essermi reso conto di questa cosa, figuriamoci una qualsiasi massaia. Tutto ciò pur rimanendo della stessa convinzione, espressa all'inizio, della qualità dei prodotti trattati, convinzione che non fa altro che accrescere il rammarico per tutto ciò.
Invierò copia della presente alle varie associazioni di consumatori per segnalare quella che io ritengo una anomalia Vi ringrazio e saluto Biagio Cottone.

Aggiungo un'ultima cosa. Soltanto l'altro ieri pomeriggio sono stato contattato telefonicamente dalla COOP (a cui avevo ovviamente inviato l'e-mail) con cui sono stato al telefono per mezz'ora.
La signorina, purtroppo non ne ricordo il nome o forse non me lo ha detto, ha tentato di farmi la storia delle coop, ha ribadito la qualità dei prodotti a marchio coop (cosa su cui non avevo, e non ho, alcun dubbio ) ma che purtroppo amministrativamente si tratta di entità diverse a seconda della regione in cui si trovano, si sta pensando in futuro (molto al di là da venire) ad una soluzione di tipo unificato, ma che per il momento non è possibile farci nulla, se non prendere un'altra tessera. Mi sembra un po' assurdo, indipendentemente dai costi. Nonostante continuassi a ripetere di essere a conoscenza di tutto ciò, la signorina continuava nel suo dettato senza però dare altra risposta.
La tessera di socio è uguale in tutta Italia, il nome COOP grande in rosso ed il nome delle vera cooperativa piccolo in nero, nelle pubblicità si parla esclusivamente del marchio COOP.
I prodotti venduti con marchio proprio sono assolutamente tutti uguali in tutta la nazione. Mi sembra una politica di marketing un po' strana se, in quanto socio, non sono trattato allo stesso modo dappertutto. Nel senso che la scatola di pelati a marchio COOP, tanto per fare un esempio, potrebbe costare un po' di più in un posto piuttosto che in un altro (a causa di spese diverse di gestione e logistica), ma se ad un certo momento si decide di fare un certo sconto percentuale per i soci, questa percentuale dovrebbe essere la stessa ovunque.

Vi ringrazio ancora
Biagio Cottone

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Eni Italgas risolva il blocco continuo delle caldaie!

 

Salve, nel mio condominio negli ultimi 20 giorni è andato via il gas circa sei o sette volte sempre alla stessa ora e nei giorni più freddi. Ogni volta abbiamo chiamato il pronto intervento che è sempre celermente venuto ora io mi chiedo se è  possibile andare avanti in questo modo. Il problema si crea con le caldaie perché vanno in blocco e vanno resettate e le persone anziane sole non sono in grado di farlo.
L'Italgas non si è fatta sentire per risolvere il problema ora io gli ho fatto una raccomandata vediamo un po'. Grazie per l'eventuale risposta.
Antonio Barbagli

25 febbraio 2010

12 categorie di treni, 4 classi ed un solo comune denominatore : i ritardi.

 Pubblichiamo di seguito le considerazioni del  Presidente dell'Associazione Pendolari Piacenza.

Redazione ACU 

 

I colleghi pendolari della Genova-Milano ci forniscono come al solito un fantastico assist.

Del resto, le mirabolanti e fantasmagoriche novità che ci arrivano dai padroni del vapore di Piazza della Croce Rossa (leggasi : FS, ovvero Ferrovie dello Stato) sottintendono copioni che neanche il miglior sceneggiatore di Zelig potrebbe inventarsi, per fare ridere gli spettatori (pardon, viaggiatori).

In Italia, paese delle banane, giustappunto, (ormai chiamarci repubblica è mancare di rispetto al significato profondo che la parola ha, sbeffeggiata com’è giornalmente la “ cosa pubblica “  - basta leggere un quotidiano qualsiasi per rendersi conto di come ogni mattina il peggio di questo paese salti fuori dalle fogne del malaffare), il monopolista di stato (in quanto padrone al 100% ) della rotaia assomma ben 7 categorie di treni a prezzi di mercato (chiediamo scusa ancora una volta gli economisti per avere usato un termine che in regime di monopolio è impronunciabile), ovvero :

EuroStar AV Fast , EuroSta AV, EuroStar Fast , EuroStar, EuroStar City, EuroCity, EuroNotte

3 categorie di treni cofinanziati dal contratto nazionale di servizio per il trasporto universale:

InterCity

InterCityNotte

Espressi

2 categorie di treni cofinanziati dai contratti di servizio con le regioni:
Regionali

Suburbani

In tutto 12 categorie di treni. E' record mondiale, come giustamente ci segnalano da Genova.

Ma non finisce qui, egregi signori.

Trenitalia, come anticipato ieri dalle notizie di stampa, moltiplicherà pure le classi portandole da 2 a 4, praticamente il biglietto a misura di casta.

La creatività commerciale di Trenitalia raggiunge dunque livelli ineguagliabili, il “ core business “ è quello di confondere il viaggiatore, imporgli limiti, difficoltà.

E, soprattutto, quello di farlo arrivare puntualmente in ritardo, magari dopo averlo multato per avere sbagliato inconsapevolmente il biglietto, non essere riuscito ad obliterarlo causa macchinette guaste, ed avere atteso in una sala d’aspetto che non esiste più, in una stazione impresenziata, dove al posto dei tabelloni degli orari, nuovissimi monitor ti sparano l’ultima pubblicità del deodorante “ per l’uomo che non deve chiedere mai “ .

Il quale, sventurato viaggiatore, di domande da porre ne avrebbe molte, ma in assenza di personale, viaggiante o meno, a chi farle ?   

Del resto, non conta nulla che tu sia in prima executive, od in quarta peones, se sei sullo stesso treno il ritardo ti piglia in egual misura, come nostra signora della falce rende tutti uguali

nella famosa “ ‘A livella “ del grande Totò.

Il quale, principe della risata, se fosse ancora in vita, si troverebbe a dovere affrontare temibili concorrenti di botteghino: i creativi della rotaia.

Per fortuna,  sua, adesso non viaggia più, ma ci guarda da lassù e ci fa ricordare, ad ogni piè sospinto, e con grande dispiacere del nostro portafoglio, la più classica delle sue battute : “ E io pago ! “  

Come sempre, buon viaggio a tutti.

Ettore Fittavolini

Presidente

Associazione Pendolari Piacenza

Web: www.pendolari.too.it

Mail: pendolari.piacenza@libero.it

Trattamento Citroen.

Egregio Responsabile, dal 19/1/2004 posseggo una Citroen C3 FC8HXB acquistata alla concessionaria De Lorenzi di Cremona. La macchina targata ZZZZZZZ ha attualmente poco più di 90.000 Km ed è sempre stata trattata con la massima cura: tagliandi regolari e utilizzo della sola officina della concessionaria cremonese. Penso di essere stato un ottimo cliente: pagamenti regolari e nessun problema per i venditori. In sostanza non ho mai chiesto nulla alla mia concessionaria se non la manutenzione ordinaria. Veniamo ai fatti: il giorno 17/12/2009, di ritorno dalla montagna con una mia collega prof.ssa X.Y. noto che il getto del tergicristallo non funziona e mi reco ad un distributore di Cremona per riempirlo d’acqua. Mi resta in mano la leva di apertura del cofano. Mi reco alle 17,30 circa alla concessionaria per chiedere di sistemare la cosa. La riparazione avviene prontamente. Mentre l’addetto controlla la leva mi fa notare che una lampadina del fanale di destra è fulminata. Malgrado la cosa si fosse già verificata tre volte con formazione di condensa all’interno del fanale, chiedo di sostituirmi la lampadina. La cosa viene fatta velocemente. Probabilmente, visto il ripetersi del fatto, la guarnizione è difettosa ma non mi sembra il caso di cavillare. Aziono la macchina e si accende la spia che segnala il non funzionamento degli air bags. Chiedo all’officina che cosa sia successo: mi dicono che devono verificare il sistema della centralina. La verifica viene fatta e mi dicono che la centralina è fuori uso. Faccio notare che non posso viaggiare senza gli air bags e la cosa viene interpretata come una mia pignoleria. Chiedo a questo punto l’utilizzo di una macchina di cortesia pubblicizzata da un grande cartello di fronte. Mi rispondono che il servizio è a pagamento e che comunque non ci sono macchine di cortesia disponibili. Faccio presente che ho bisogno della macchina per il 22/12/2009: ho prenotato una vacanza in montagna con caparra già versata. Mi dicono che faranno il possibile ordinando il pezzo. Mi fanno firmare una dichiarazione in cui mi si dice che la scatola elettronica è guasta, gli air bags non funzionano e che mi assumo tutte le responsabilità di un eventuale utilizzo della macchina. Per il controllo dell’impianto elettrico (che io non avevo assolutamente danneggiato) mi fanno pagare la modica cifra di 143,40 euro. Lascio la macchina in concessionaria e la mia collega si reca a prendere la sua automobile grazie ad un passaggio e mi trasporta a casa. Dopo due giorni telefono chiedendo se la mia auto fosse pronta. Mi dicono di si. Mi faccio accompagnare da mio padre alla concessionaria che mi lascia e scopro dopo qualche minuto che di “pronto” c’è solo il preventivo. Visto che ci siamo faccio ordinare anche il fanale per sostituire quello difettoso (che io non ho mai danneggiato). Sono allibito e a questo punto mi sembra un po’ troppo. Raggiungo la mia abitazione con un bus e abbastanza alterato per la scortesia e l’indisponibilità di una vettura di cortesia telefono ad uno dei figli del concessionario che si scusa e mi assicura di fare il possibile per farmi partire per la montagna con il mio mezzo il 22/12/2009 e che sarò ben trattato nel conto finale. Naturalmente il 22/12 il pezzo non c’è e devo lasciare la mia macchina in garage. Il giorno 30/12/2009 come previsto dal mio appuntamento vengono finalmente effettuate le operazioni previste: totale del conto 457,00 da aggiungersi ai precedenti 143,40. Siamo ad un totale di 600,40 euro. La signora in cassa mi dice che mi è stato praticato uno sconto del 20% sul costo del fanale. Pago e mi reco dal concessionario che, dopo qualche minuto, mi liquida riportandomi ai signori dell’officina che ovviamente difendono il loro operato ed i costi da me sostenuti. Chiedo di parlare ancora con il sig. De Lorenzi che risulta irreperibile nella sua concessionaria. I figli sono ovviamente assenti, mi dicono in vacanza in montagna. Francamente pagare un costo esorbitante per danni che non ho causato (in officina dicono che è “una coincidenza” che naturalmente devo pagare io), essere rimasto senza macchina dal 17/12/2009 al 30/12/2009 senza la possibilità di avere una macchina di cortesia non mi sembra un gran trattamento da parte della concessionaria De Lorenzi. Naturalmente nessuno si è minimamente preoccupato dei disagi che mi sono stati creati, nessuno mi ha chiesto scusa, nessuno ha ammesso la scortesia e la mancanza di tatto nel trattare un cliente. Secondo loro avrei dovuto fare i salti di gioia per la riduzione del 20% fattami sul costo di un fanale (che non avevo mai danneggiato). Evidentemente non sono affatto d’accordo con questa procedura e chiedo di essere risarcito economicamente per i disagi che la concessionaria mi ha causato.

In attesa di un doveroso riscontro, porgo distinti saluti. Prof. Ugo Di Felice

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Sent: Wednesday, January 20, 2010 7:45 PM

Gentile Signor Di Felice,
nel ringraziarLa per averci contattato, La informiamo di aver preso nota della Sua segnalazione circa il trattamento ricevuto dalla nostra Autorizzata De Lorenzi di Cremona e siamo spiacenti delle criticità occorse alla Sua vettura.

Tuttavia Le chiediamo di rimanere in contatto con il Capo Officina della nostra Autorizzata, il quale oltre ad essere la persona tecnicamente  competente per la valutazione del tipo di criticità avvenuta, è la persona preposta per qualsiasi chiarimento e valutazione in merito.

Certi della competenza e della disponibilità del nostro personale tecnico, che sicuramente si è già attivato per soddisfare le Sue richieste, rimaniamo a Sua completa disposizione, sia all'indirizzo e-mail di Sua conoscenza, sia al Numero Verde 800.80.40.80, attivo dal Lunedì al Venerdì, dalle ore 9.00 alle ore 20.00.
Cogliamo l'occasione per porgerLe distinti saluti.

Citroën Italia Spa
Servizio Relazioni Cliente

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Sent: Wednesday, January 20, 2010 10:36 PM

Gentile Responsabile Servizio Relazioni Cliente, forse non ci siamo capiti o quella che mi avete inoltrato è una risposta generica che inviate ai clienti Citroen non soddisfatti. Il Capo Officina della Autorizzata De Lorenzi di Cremona ha sostenuto e giustificato il trattamento che ho ricevuto. Poi mi sono rivolto al Sig. De Lorenzi che ha avvallato naturalmente quanto sostenuto dal Capo Officina e dalla impiegata con cui avevo avuto la discussione circa "coincidenze", "assistenza" e trattamento subito a seguito del disservizio causato da Citroen e non da me. Se rileggete la mia lettera (che allego) non vi chiedevo di "prender nota" ma di intervenire in modo puntuale, specifico e personale sul Concessionario per farmi avere un risarcimento economico per il danno subito.
Attendo un vostro rapido riscontro e mi riservo di inoltrare la mia lettera e la vostra prossima risposta alle associazioni di difesa del consumatore ed alla stampa.
Distinti saluti. Ugo Di Felice - Cremona

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Sent: Thursday, February 11, 2010 3:47 PM

Egregio Signor Di Felice,
Successivamente ai contatti stabiliti con il nostro Servizio Relazioni Clienti Numero Verde, la informiamo di avere esaminato attentamente la sua segnalazione al fine di poterle fornire la risposta richiesta.
Riscontriamo il suo disappunto relativo agli interventi eseguiti sul veicolo in suo possesso.
Pur comprendendo il suo disappunto e realmente rammaricati circa le sue considerazioni, ci preme sottolineare che problematiche di vario genere non sono riconducibili nell'ambito della vita di una vettura. Inoltre, il ripristino inizialmente attuato dal Personale competente, non è legato e non è riconducibile a quanto avvertito secondariamente.
Per tali ragioni, la Scrivente non può che difendere l'operato svolto dai professionisti presenti all'interno della Rete Ufficiale e respingere ogni qualsivoglia richiesta risarcitoria non sussistendone i presupposti.

Ancora dispiaciuti, ma certi che le sue considerazioni siano state dettate dal momentaneo sconforto causato dal fermo auto ed anche da comprensibili scomodità arrecate dall'imprevisto, le rammentiamo ulteriormente la completa disponibilità di Citroën Italia presso il Numero Verde 800-80.40.80 o tramite il sito internet www.citroën.it e cogliamo l'occasione per porgerle i più cordiali saluti.

Citroen Italia SPA
Servizio Relazioni Clienti
Sezione Commerciale

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Inviato: giovedì 11 febbraio 2010 23.40

Dopo un mese di attesa ricevo questa ulteriore risposta da Citroen Italia SPA che ritengo assolutamente non soddisfacente. Inoltro questa corrispondenza alle associazioni di difesa del consumatore di mia conoscenza a cui affido la valutazione se il trattamento da me ricevuto da Citroen sia corretto e giusto.

Distinti saluti. Prof. Ugo Di Felice

24 febbraio 2010

Impropri costi di "diagnosi" per la riparazione di un ferro da stiro.

 

Avendo avuto una perplessità in relazione al comportamento di una azienda alla quale mi sono rivolto per una prestazione di lavoro, mi sono rivolto alla vostra associazione telefonicamente. La centralinista mi ha riferito di inviare una e-mail.

Per una riparazione al ferro da stiro mi sono rivolto ad un centro ricambi elettrodomestici versando un acconto di 10 euro in attesa di un preventivo che mi avrebbero comunicato.  A distanza di circa 20 giorni ho ricevuto sulla segreteria telefonica la comunicazione del preventivo pari a 95 euro. Avendo ritenuto il costo elevato, sono andato a ritirare il ferro ed il centro ricambi mi ha fornito la NOTA - RIPARAZIONE nella quale è scritto che il costo della manodopera è 2,152  iva totale 0,430  totale riparazione 2,582  totale cliente 2,58 euro. Oltre tale nota mi è stato dato uno scontrino  fiscale nel quale appare scritto RIPARAZIONE euro 10,00 SUBTOTALE 10,00 TOTALE euro 10.

Avendo rilevato che sulla NOTA-RIPARAZIONE il costo della riparazione è di euro 2,58 e sullo scontrino  alla voce riparazione il costo è di euro 10,00 mi aspettavo che mi fosse corrisposta la differenza, invece con mia sorpresa mi è stato riferito che la differenza "è dovuta alla diagnosi ".

Appare chiaro che trattasi di importi irrilevanti, tuttavia mi piacerebbe sapere se il comportamento dell'azienda è corretto e in caso contrario quale tipo di rivalsa può essere operata.

Essendo disponibile ad inviare e copia del centro ricambi e copia dello scontrino fiscale gradirei un cenno di riscontro.

                                                                                                                                                                        Vi ringrazio

                                                                                                                                                                                           Nicola Romano

Concessioni Autostradali Venete aumenta il pedaggio, gli Enti pubblici tacciono!

 

Gent.mi.

Da tempo si parla dei problemi relativi al casello autostradale di Mirano Dolo (VE), dovuti alle assurde tariffe applicate: chi esce a Mirano e rientra per Mestre paga 70 centesimi, mentre chi prosegue diretto da Padova a Mestre paga 2,70 euro! Ovviamente migliaia di auto escono a Mirano e rientrano subito dopo, intasando quotidianamente il traffico locale. Per risolvere il problema, si chiedeva a gran voce di liberalizzare realmente e per tutti il tratto Mirano-Mestre, eliminando l’iniquo balzello. Invece, a quanto pare, la CAV (Concessioni Autostradali Venete) ha deciso la strada meno logica ma più remunerativa: aumentare il pedaggio per tutti, portandolo dagli attuali 70 centesimi a più di 2 euro.

Appare un po’ bizzarro tentare di risolvere un problema come questo aumentando le tariffe di pedaggio. Ed appare assai miope non calcolarne le logiche conseguenze: molti automobilisti pendolari, non potendosi permettere 5 euro al giorno per l’autostrada, si riverseranno sulla viabilità ordinaria.

Questo porterà ovviamente ad un pauroso incremento del traffico, ad un insostenibile intasamento dei comuni attraversati, ad un aumento vertiginoso dell’inquinamento dei centri abitati in particolare per quanto riguarda le polveri sottili.

La Regione tace, i Comuni si dichiarano incompetenti in materia, le società autostradali fanno i loro interessi, ed i cittadini pagano. Pagano con un aumento del pedaggio del 300%, pagano con incredibili disagi di viabilità, pagano in salute.

Credo sia importante ed urgente che tutti coloro che possono intervenire prendano posizione, perché finalmente una volta tanto si privilegino i diritti dei cittadini agli interessi economici e politici dei soliti noti.

Certo di un vostro interessamento, 

Distinti saluti.

Loris Schivardi

23 febbraio 2010

TIM: carta prepagata o postpagata?

 

Il signor Alberto ci  precisa, in una successiva comunicazione, di aver esposto telefonicamente l'accaduto anche all'Antitrust che ha espresso la volontà di tutelare i diritti dei consumatori considerando il fatto grave. Nel frattempo abbiamo consigliato al sig. Alberto di formalizzare il reclamo a TIM e, se non soddisfatto, di inoltrare domanda di conciliazione.

Redazione ACU

 

Buongiorno,

Mi chiamo XXXXX e sono cliente TIM numero telefonico YYYYY. Recentemente è accaduto qualcosa di molto strano: la mia scheda TIM prepagata, contro ogni logica, ha generato debito. Scelsi una prepagata proprio perché nonostante la scomodità delle frequenti ricariche mi era per definizione impossibile usufruire di servizi per un costo maggiore di quello da me preventivato. La logica vuole che quando il credito di una prepagata raggiunge lo zero, ogni connessione in corso venga bloccata ed ulteriori connessioni vengano impedite finché non c'è credito sufficiente per eseguirle. Se ciò non fosse, quella che al cliente viene venduta come PREpagata sarebbe a tutti gli effetti una POSTpagata, e si comporterebbe come una sorta di carta di credito. Misteriosamente, però prima della mia ultima ricarica la mia scheda è arrivata a generare un debito per l'ammontare di circa 1200 euro. La causa di questo debito sembra ritrovarsi in alcune connessioni internet che io contesto.

Questo calvario è incominciato il 21 gennaio 2010, mi arrivò un sms da Tim dicendomi di “ricaricare per non rimanere senza parole”il giorno stesso effettuai una ricarica di 5 €,poco dopo un altro sms da Tim dicendomi che il mio traffico era esaurito a quel punto incominciai a insospettirmi, la mattina dopo chiamai il servizio clienti Tim chiedendo delucidazioni in merito, e dopo una verifica dell’operatrice scoprii la sorpresa di un credito negativo di -1200€ circa…assurdooooo!!! Successivamente l’operatrice aprii una pratica dicendomi di stare tranquillo poiché Tim la prima volta azzera il debito negativo al patto che non si verifichi più e che purtroppo la causa è dei loro sistemi che non sono in grado di fermare le connessioni internet generando un debito negativo e avvisandomi di non effettuare nessun tipo di ricarica .Nonostante le continue telefonate al servizio clienti Tim fino ad oggi 15/02/2010 ancora il mio debito rimane,anzi,avendo una tariffa “TUTTO COMPRESO TIM 19” ogni mese mi vedo accreditare 19€ sulla mia carta di credito non potendo usufruire del servizio da me pagato(200 minuti verso tutti) in più avendo un bonus di circa 9€ per aver effettuato il passaggio a Tim neanche di quello tuttora posso usufruire.

Richiedo che:

1) Il mio debito venga azzerato.

2) Mi vengano restituiti i 5,00 euro dell'ultima ricarica+ 178 minuti circa di cui non ho potuto usufruire nel mese di gennaio/febbraio (da me pagati)+il bonus per il mese di febbraio per il cambio operatore , magari riaccreditandoli sulla mia prepagata.

3) La TIM si adoperi per migliorare I propri sistemi informatici in modo che le prepagate, come ci si aspetta, non consentano l'accesso ai servizi che non siano precedentemente stati pagati dall'utente.

Questo disservizio TIM mi è costato parecchio in termini di tempo e serenità, fra il tempo perso per eseguire i controlli sul traffico telefonico, quello speso al telefono con gli operatori del 119, quello che sto perdendo adesso per scrivere questa lettera e quello che perderò per inviarla via fax, oltre ad un notevole disagio per l'impossibilità ad utilizzare il telefono.

Se la TIM soddisferà le richieste da me avanzate, riterrò la questione risolta. In caso contrario sarò costretto a passare alle vie legali e a chiedere anche il rimborso dei danni.

Nella speranza che tutto si possa risolvere, tanto per me quanto per gli altri utenti che hanno rilevato la stessa anomalia sulle loro prepagate, vi saluto cordialmente e resto in attesa di vostre notizie.

Distinti Saluti

Terni, 15 febbraio 2010

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Applicabilità dell’IVA su TIA (Tariffa Igiene Ambientale)

La sentenza n. 238/2009 della Corte Costituzionale ha decretato la non applicabilità dell’IVA sulla TIA e ha messo in discussione la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate n. 250/E del 17 giugno 2008. Tale dicotomia ha aperto una serie di problematiche e quesiti irrisolti di varia natura, sia concettuale che pratica, che rendono auspicabile e necessario l’intervento del legislatore che disciplini gli effetti della sentenza in questione con un regolamento di attuazione.

Pubblichiamo di seguito un fac-simile di richiesta per il rimborso dell’IVA corrisposta negli ultimi 10 anni, ritendendo però sia giusto precisare che l’attuazione dovrà comunque essere regolamentata a livello legislativo.

Redazione ACU

 

Fac-simile del modulo della richiesta di rimborso

                                                                            Luogo e data

Raccomandata a.r.                                          Al Signor Sindaco del

                                                                       Comune di ………………………….

Raccomandata a.r.                                           Spett.le Azienda Municipalizzata di Gestione

                                                                        dei Servizi Ambientali

e p.c.                                                               Spett.le ACU-Associazione Consumatori Utenti

                                                                       Via Padre Luigi Monti, 20/c - 20162 Milano

                                                                       Fax 026425293, e-mail: associazione@acu.it

 

Oggetto: Richiesta di rimborso dell’IVA pagata per la TARSU/TIA negli ultimi 10 anni

Il sottoscritto…………………………………………………………………………………………...................

nato a……………………………………………………….. il………………………………………...................

codice fiscale……………………………… residente a………………………………prov………….............

in via…………………………………………………………………………………………………......................

PREMESSO

- che ha regolarmente corrisposto, come richiesto, la TARSU/TIA comprensiva dell’IVA al 10% come da fattura,

- che la Corte Costituzionale con sentenza nr. 238/2009 ha rilevato la natura tributaria di TARSU e TIA, in particolare al punto 7.2.3.6., ha ribadito che: “Non esiste una norma legislativa che espressamente assoggetti ad IVA le prestazioni del servizio di smaltimento dei rifiuti. Se si considerano gli elementi autoritativi sopra evidenziati, propri sia della TARSU che della TIA, entrambe le entrate debbono essere ricondotte nel novero di quei “diritti, canoni, contributi” che la normativa comunitaria esclude in via generale dall’assoggettamento ad IVA, perché percepiti da enti pubblici “per le attività od operazioni che esercitano in quanto pubbliche autorità”,

- che con la decisione richiamata la Corte costituzionale ha di fatto inequivocabilmente escluso l’imponibilità ai fini IVA della tassa o tariffa TARSU/TIA,

Tutto ciò premesso, tenuto conto che l’IVA addebitata risulta indebitamente corrisposta, il sottoscritto diffida e costituisce in mora

□ il Comune di ………………………………………… nella persona del Sindaco p.t. in carica;

□ l’Azienda Municipalizzata di Gestione dei Servizi Ambientali.

Il sottoscritto inoltre invita

□ il Comune di ………………………………………… nella persona del Sindaco p.t. in carica;

□ l’Azienda Municipalizzata di Gestione dei Servizi Ambientali

a rimborsare quanto versato e non dovuto delle somme sotto specificate , con riferimento agli ultimi 10 (dieci) anni, oltre agli interessi legali decorrenti dal giorno dei singoli pagamenti.

Infine il sottoscritto richiede

□ al Comune di ………………………………………… nella persona del Sindaco p.t. in carica;

□ all’Azienda Municipalizzata di Gestione dei Servizi Ambientali

di cancellare immediatamente dai ruoli la suddetta voce.

Qualora venissero richieste, il sottoscritto esibirà le ricevute dei pagamenti effettuati di cui è in possesso, fermo restando che il Comune e/o l’Azienda Municipalizzata di Gestione dei Servizi Ambientali sono tenuti a conservare la documentazione contabile per 10 (dieci) anni.

Il sottoscritto, ai sensi della legge 7 agosto 1990 n. 241 e successivi aggiornamenti, chiede di conoscere il nominativo del preposto all’istruttoria della presente, nei termini di 30 (trenta) giorni dalla ricezione della presente. In difetto, decorso inutilmente tale termine, si vedrà costretto ad adire le competenti Autorità Giudiziarie per la tutela dei propri diritti.

La presente, a tutti gli effetti di legge, vale quale formale atto di diffida e costituzione in mora ed interruzione dei termini di prescrizione.

Firma

22 febbraio 2010

S.O.S.: nuova stazione FNM di Castellanza.

 

Spett.le Redazione,
Vorrei segnalare una situazione di forte disagio che riguarda l’apertura della “nuova” stazione di Castellanza (VA). L’evento è stato pubblicizzato come una svolta epocale , ma a noi pendolari chi ci pensa? L’argomento è già stato ampiamente dibattuto, e vi invito a leggere quanto è stato pubblicato in questi
link:

http://www.varesenotizie.it/busto-e-valle-olona/48593-stazione-nord-i-lavori-finiranno-nel-2012.html
Stazione Nord: stop ai lavori nel 2012

http://www.varesenotizie.it/busto-e-valle-olona/48600-le-testimonianze-dei-pendolari-la-stazione-non-e-sicura.html
Le testimonianze dei pendolari: la stazione non è sicura

http://www.varesenotizie.it/busto-e-valle-olona/48629-farisoglio-da-luglio-addio-alla-passerella.html
Farisoglio: da luglio addio alla passerella

Dal momento che il Dott. Giuseppe Biesuz, a.d. di Trenitalia-LeNORD, ha ricordato che “Si tratta di una società specializzata, dedicata esclusivamente al trasporto pubblico locale e mette al centro il pendolare”, vi chiedo cortesemente di voler sottoporre alla sua attenzione i problemi dei “poveri” pendolari che si sono visti praticamente sottrarre la stazione ferroviaria, che prima si trovava in posizione strategica al centro della città. Ricordo che Castellanza è una città universitaria, ed è vergognoso che non venga garantito un valido e definitivo sistema di collegamento interno. La LIUC è un’università prestigiosa di fama europea.

Con la presente vorrei in particolare sensibilizzare le persone competenti sulla assoluta necessità di rispettare quanto promesso alla cittadinanza prima dell’avvio dei lavori, a proposito della messa in opera di uno treno-tram che permetta di collegare con una frequenza ottimale la sede della nuova stazione e quella nuova, a cui aggiungere una ulteriore possibile fermata in zona più centrale e quindi più vicina alla LIUC.
Più volte è stato sottolineato da persone competenti che la messa in esercizio di tale treno-tram (o tram leggero) non comporta esorbitanti sforzi economici o tecnici, in quanto è possibile sfruttare il materiale rotabile già esistente.
Attualmente è stato attivato un servizio bus-navetta che potrebbe essere migliorato, ma la mia preoccupazione fondamentale è che ci è stato detto che tale servizio è garantito solo fino alla fine del 2010. E dopo? Che senso ha pubblicizzare tanto il trasporto pubblico se poi la gente è obbligata ad usare la macchina?

Mi preme sollecitare un concreto impegno nella realizzazione del treno-tram proprio ora che i lavori per il completamento della stazione, e di tutti gli annessi e connessi, sono ben lontani dall’essere completati; è il momento giusto per pianificare come e dove dovrà essere realizzata tale opera aggiuntiva e comunque imprescindibile.

Ringrazio per la cortese attenzione.

Cordiali saluti

Anna Giudici

19 febbraio 2010

Vodafone Station: "servizio lento, scadente, poco serio".

 

Non so se l'indirizzo email è corretto, ad ogni modo presento una lamentela nei confronti della Vodafone e delle sue offerte di tariffe ridotte esenti dal canone Telecom. A fine ottobre ho sottoscritto un contratto con tale azienda, un contratto che mi avrebbe permesso, tramite la Vodafone station, di poter chiamare tutti i numeri fissi a soli 16 cent e di navigare con adsl veloce fino a 7 mega 24 ore su 24. In realtà il passaggio dalla Telecom non è mai avvenuto e non ho mai avuto internet veloce, addirittura un operatore della Vodafone mi ha chiamato per dirmi che l'adsl veloce non poteva essere attivata perché l'attivazione avrebbe compromesso l'intera rete internet (mi chiedo se possa essere vero) e mi ha fatto una controfferta davvero sconveniente: tenere il contratto con la Vodafone, pagando sempre 29€ al mese con la possibilità di connettermi con modem 56k solo 10 ore al giorno, tenendo presente che come linea telefonica ero ancora Telecom, quindi da che avrei dovuto pagare solo 29€ al mese arrivavo a spendere più del doppio, perché avrei avuto Vodafone per internet e Telecom come linea telefonica. Ovviamente ho rifiutato e ho chiesto di poter dare disdetta di tale contratto, essendo assolutamente sconveniente. Mi sono state fornite le informazioni per disdire e un numero verde da contattare prima di restituire la Vodafone station. Ho perso un'intera mattinata per riuscire a prendere la linea con tale numero verde, e mi hanno risposto poi di richiamare un altro giorno. Dopo un'intera odissea, sono riuscita finalmente ad avere l'indirizzo a cui spedire l'apparecchio, e così ho fatto. Dopo un paio di giorni dalla restituzione della Vodafone station, sono stata contattata dalla Vodafone che mi informava che la Vodafone aveva deciso di non far pagare penale per la disdetta anticipata del contratto (cosa che era rimasta un'incognita, ma che sapevo dall'inizio di non dover pagare in quanto disservizio della Vodafone e pertanto eccezione alla recessione anticipata del contratto). Oggi, dopo circa un mese dalla restituzione della Vodafone station, ho ricevuto una lettera dalla Vodafone, dove vengo informata che verrò rimborsata del costo di attivazione del contratto, che posso tenere l'apparecchio e che la sim (che mi avevano detto prima di poter tenere e usare) verrà invece disattivata. Il servizio è stato a dir poco lento, scadente, poco serio. Spero vivamente che la mia mail venga presa in considerazione perché non sono di certo l'unica ad essere stata imbrogliata dalla Vodafone. Ora ho Alice con Telecom per internet e telefono, ho avuto un problema sulla linea che è stato risolto in nemmeno un paio di giorni, navigo velocemente e sì, pago il canone, ma ho un vero servizio.
Grazie per l'ascolto.
Cordiali saluti.

Donatella

P.S.: Ho dimenticato di scrivere nella mail che nel centro Vodafone dove ho acquistato la Vodafone station mi era stata assicurata la copertura adsl. Credo sia un dettaglio importante.

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18 febbraio 2010

Ebay, Posteitaliane e Paypal e i quindici giorni di valuta.

 

Gentili Signori, 

sono a portare alla vostra attenzione uno strano caso di "passa problema" tra 3 importanti società che operano nel territorio Italiano. Sono Ebay, Posteitaliane e Paypall.

Allora, devo per forza essere un po' lungo e partire dal principio:

ho iniziato da pochissimo a vendere alcuni oggetti di mia proprietà su Ebay e da amici sono stato consigliato di ricevere il pagamento tramite ricarica Postepay, quindi mi sono recato nell'ufficio postale del mio paese per creare una PostePay a mio nome. Nel momento della Verifica della carta richiesto da Paypal per diventare un venditore si Ebay, il pagamento non viene fatto direttamente sulla Carta PostePay ma prima finisce in un conto "virtuale" e a mio nome sul sito Paypal (che non si capisce bene se è una banca o cosa... ) Per avere la disponibilità del denaro sulla carta e quindi poter ritirare il contante bisogna ordinare a Paypal, una vota che arriva la conferma di pagamento, di girare la somma sulla propria carta con 2/3 giorni lavorativi di valuta.... E qui scatta la truffa! Nel creare l'inserzione su Ebay dobbiamo inserire i giorni di spedizione e le spese di consegna che nel mio caso erano a carico del compratore. Ora, pensando di avere dopo 2/3 giorni la disponibilità del denaro, i tempi di spedizione da me inseriti nell'inserzione erano di 5 giorni lavorativi. Dopo 6 giorni il denaro non era ancora disponibile sulla carta e allora ho telefonato al centro assistenza di Paypal per capire cosa era successo... Paypal mi ha detto che, e non era loro compito dirmelo, Posteitaliane ci mette altri 15/16 giorni lavorativi per rendere il denaro disponibile sulla Carta. Ovviamente nessuno, ne Paypal ne tanto meno Ebay, mi hanno avvertito di questi giorni in più di attesa. Ho chiamato Posteitaliane che sul momento mi dissero che stavo facendo un "uso improprio" della carta e che loro non centravano assolutamente nulla. In una telefonata successiva mi è stato detto che non è possibile che ci siano tutti questi giorni da spettare e hanno "girato la palla" a Paypal... Una bella confusione non c'è che dire.

Per concludere io mi trovo con dei clienti scontenti per il dilatarsi delle spese di spedizione; la prima regola di "buon senso" del commercio elettronico è quella di spedire il bene solo a pagamento avvenuto, ma non pagamento virtuale. Poi le spese di spedizione che ovviamente sono a carico dell'acquirente io non ho alcuna intenzione di anticiparle rimanendo "fuori" con del denaro, anche se si tratta di pochi euro... La mia domanda è la seguente: Ebay, Posteitaliane, e Paypal possono veramente omettere questi famigerati 15 giorni di valuta? Non dovrebbe essere avvertito il cliente di questa cosa? In nessuna scheda compilata sono stato avvertito di questa cosa e a oggi non ho ancora la disponibilità di denaro sulla mia carta e i miei clienti stanno ancora aspettando che io spedisca l'articolo...

Lascio a vuoi questo dilemma, con la certezza che in questi 20 giorni di attesa il mio denaro "girerà" chissà dove e facendo arricchire chissà chi...

Grazie per l'attenzione prestatami, resto in attesa di un Vostro gradito riscontro.

Cordiali saluti. 
Barnaba Monti

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17 febbraio 2010

Nuove tariffe Vodafone.

 

Buongiorno,
allo scadere del 2009 gli operatori di telefonia mobile hanno annunciato un abbassamento del costo massimo degli SMS in Italia, il più alto in Europa. Come era prevedibile, di queste nuove tariffe non si vede neppure l'ombra.
Ma si può sempre peggiorare: non solo, infatti, l'Italia risulterà tra i Paesi con un costo di invio per SMS più alto d'Europa, ma potrà vantare questa posizione anche nella classifica dei costi per un uso leggero della connettività internet da cellulare.
Vodafone, infatti, dal 15 febbraio obbligherà i proprio clienti ad utilizzare una tariffa per traffico dati giornaliera, e non più a traffico realmente consumato, di minimo 1,5€ al giorno. In allegato il nuovo piano tariffario.
L'impressione è questa: Vodafone (ma quanto ci impiegheranno gli altri operatori per adeguarsi?) sta per alzare arbitrariamente le condizioni d'uso per gli utenti non intensivi d'internet in rete mobile, violando la net neutrality e creando un gravissimo pregiudizio nei confronti di una ampia fascia di consumatori. È vero: già oggi esistono tariffe flat, ma perché escludere dalle possibilità offerte dalla connessione mobile tutti quegli utenti che, giornalmente, effettuano un traffico leggero di pochi Kb? Da questa scelta sarebbero penalizzate tutte quelle applicazioni, ormai diffuse e comuni, che dalla mail e agli instant messaging arrivano fino a servizi di navigazione/mapping da mobile che non necessitano un uso intensivo della rete internet mobile.  
Cosa ne pensate?
A presto,
Luigi  Orsi Carbone

Di seguito l'allegato:

Nuove tariffe base per la navigazione Internet

Informazioni utili per Clienti Ricaricabili

La nuova tariffa giornaliera per la navigazione in Internet sul cellulare effettuata tramite il punto d'accesso wap.omnitel.it e, dal 15 Marzo 2010, attraverso i punti di accesso mobile.vodafone.it e iphone.vodafone.it, prevede per il traffico effettuato in Italia:
- 1,50 euro IVA inclusa al giorno fino a 100 MB di traffico
- oltre tale soglia la tariffa sarà di 1,50 euro per 100 MB con scatti anticipati da 100 KB.
L'accesso alla homepage del portale Vodafone live! sarà gratuito.
Per quanto riguarda la navigazione in Internet effettuata da PC utilizzando Vodafone Internet Key o il cellulare come modem, attraverso il punto di accesso web.omnitel.it le tariffe (IVA inclusa), la nuova tariffa prevede per le connessioni effettuate dall'Italia:
- 5 euro IVA inclusa al giorno, fino a  500 MB di traffico.
- oltre tale soglia giornaliera la tariffa sarà di 1 euro ogni 10 MB, tariffati a scatti anticipati di 100 KB.
Le tariffe giornaliere per navigare in Internet utilizzando il cellulare saranno disponibili a partire dal 15 Gennaio 2010 per le SIM di nuova attivazione e per tutte quelle SIM su cui, per motivi tecnici, sarà necessario effettuare l'operazione di sospensione e riattivazione del servizio GPRS.
Per le SIM Ricaricabili attivate prima del 15 Gennaio 2010, la tariffa sarà applicata progressivamente a partire dal 15 Febbraio 2010 e si concluderà entro il 15 Marzo 2010.

Per conoscere la data di effettiva disponibilità della nuova tariffa giornaliera sul tuo numero di cellulare, clicca sul bottone ACCEDI e segui le indicazioni riportate.

Accedi

Per tutti i dettagli sulle condizioni per navigare in Internet dall'estero da cellulare clicca qui.
La tariffa per navigare in Internet dall'estero da PC non subisce alcuna variazione.
Per sapere come esercitare gratuitamente il diritto di recesso clicca qui.
Scopri tutte le offerte per navigare in Internet dal tuo PC e dal tuo cellulare.

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Club delle Meraviglie Q8: nessuna spiegazione per la mancata consegna del premio.

 

Spettabile Associazione dei consumatori

Mi chiamo Sergio Maggiacomo e sono nato a Formia (LT) dove tutt’ora risiedo.

Vi scrivo non sapendo a chi rivolgermi in merito a problemi occorsi con la società Q8, la quale in merito alla raccolta punti “Club delle Meraviglie” nonostante i numerosi fax ed eMail di protesta, le telefonate, l’invio di documentazione e, per ultimo l’intimazione a sbloccare i premi e la card altrimenti avrei inviato la pratica alla vostra Spettabile Associazione, che ha portato al blocco definitivo della stessa carta,

NON

ha ottemperato a quanto promesso in dette raccolte punti in quanto attendo invano un regalo (televisore LCD da 22 pollici ordinato il 24/09/2008) dalla collezione 2007-2008, ed ho subito il blocco della scheda con più di quindicimila punti erogati negli ultimi due o tre anni di rifornimenti giornalieri a mezzi inferiori ai 35 quintali, e quindi conformi con quanto richiesto dalla stessa Q8 sui propri cataloghi. Ciò premesso non sono stato in grado di avere spiegazioni valide ed univoche da parte del personale addetto al Customercare, che di volta in volta mi richiedeva copie dei miei documenti, invii di fax ed email, e quant’altro al solo fine di perdere altro tempo e non far mai recapitare quanto dovutomi.

Ringrazio anticipatamente chi può eventualmente darmi una mano o un consiglio, riconosco che è un problema frivolo, che è però divenuto una questione di principio.

Formia (LT) 04/02/2010

 

Le risposte di Customercare:

Gentile Cliente,

ti confermiamo che la carta è bloccata a causa di eccessivi e frequenti carichi di carburante.

Per accelerare le operazioni di valutazione ti invitiamo ad inviarci un’autocertificazione riportante:

·         Nome

·         Cognome

·         Cellulare

·         Motivo utilizzo automezzo

·         Motivo dell’eccessivo carico di carburante

·         E-mail

·         Fotocopia di un documento di identità

Se si possiede una società o ditta a cui è associato l’utilizzo dell’automezzo o degli automezzi indicarne la Ragione Sociale e la sede legale.

Ti ricordiamo comunque che ci riserviamo di effettuare tutte le verifiche del caso e di mantenere in blocco la carta se l'anomalia riscontrata non è sufficientemente giustificata dalle informazioni fornite.

Distinti Saluti,

----------------------------------

Customercare (customercare@q8.it)

Kuwait Petroleum S.p.A.

Via Dell'Oceano Indiano, 13

00144, Roma

----------------------------------

 

Gentile Cliente,

La tua pratica è ancora oggetto di valutazione. Sarà nostra cura informarti prontamente non appena avremo ulteriori notizie

Distinti Saluti,

----------------------------------

Customercare (customercare@q8.it)

Kuwait Petroleum S.p.A.

Via Dell'Oceano Indiano, 13

00144, Roma

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16 febbraio 2010

Digitale terrestre: televisore Samsung inutilizzabile!

 

Egregi signori,
invio la presente a ciascuno per quanto di competenza e nei limiti delle possibilità di ciascuno nella speranza di sensibilizzare e portare all’attenzione una problematica personale a seguito dell’acquisto di un televisore Samsung e, stando ad una recente consultazione di forum specifici, ricorrente per una vasta utenza di clienti Samsung.
Nello specifico, meno di due anni fa ho avuto in regalo un televisore Samsung 37 pollici tipo LE37M86BDX-XEC con digitale terrestre incorporato.
Le motivazioni della mia scelta –il regalo è stato “commissionato”- si sono basate essenzialmente sul fatto che, al di là delle caratteristiche tecniche che il televisore indubbiamente possedeva, offriva, tra le dotazioni base, il digitale terrestre integrato e la caratteristica full HD.
Purtroppo, e solo recentemente ho appurato e solo a seguito del passaggio al digitale terrestre sull’intero territorio della Campania (regione nella quale risiedo), ho avuto il grande dispiacere di verificare che nessuna delle due caratteristiche (digitale e full HD) è utilizzabile dall’apparecchio.
Mi spiego:
•    relativamente al digitale terrestre, la sintonizzazione dei canali (e di conseguenza l’utopistica memorizzazione delle varie liste di gruppi favoriti e non), viene persa ogni qualvolta si spegne il televisore (anche in modalità stand-by!). Quindi sempre, e più volte al giorno. Risultato della defezione è che ad ogni accensione del televisore, devo effettuare, come fosse la prima volta, la memorizzare di tutti i canali.
•    circa la caratteristica full HD, anche qui con non poca amarezza da parte mia, ho dovuto constatare che i vari canali Rai HD (credo unica azienda ad offrire tale possibilità) non sono visibili.
Ho tempestivamente contattato il numero verde della Samsung (800-7267864) dal quale, dopo aver avuto assegnato un numero cliente (2303604548), ho appreso che tutto dipende dalla versione del software. Ho pertanto ricevuto dall’operatore le dovute  istruzioni per effettuare l’aggiornamento del software (da effettuare solo in determinati orari e solo su determinati canali).
Operazione eseguita sistematicamente e personalmente oramai da più di un mese (sono un ottimista di natura) ma con esito sempre negativo: “Non presente aggiornamento software”!
Dopo l’ennesima telefonata all’assistenza Samsung, sono stato messo in lista di attesa (oramai da circa una settimana) per essere contattato da un fantomatico centro assistenza che fisserà un appuntamento con un tecnico (a pagamento) allo scopo di effettuare l’aggiornamento in loco.
Morale della favola, ho un apparecchio Samsung che, allo stato delle cose, è inutilizzabile! Questo in considerazione anche e soprattutto del fatto che, non tutti sono in grado, condizione e con il tempo necessario a effettuare la memorizzazione di tutti i canali televisivi.
Mi troverò costretto, se lo stato delle cose persiste o viceversa se il preventivo dell’assistenza supera i 20 euro, ad acquistare, mio malgrado, un ennesimo decoder esterno (con antiestetici collegamenti+ennesimi telecomandi). 

Non sono un legale, ma a lume di ragione ho una netta sensazione di essere stato frodato, preso in giro!


P.S.: il Protocollo  d'intesa DGTVi - ANIE (parliamo dell’anno 2005!!) intende favorire un confronto continuo tra le esigenze dei produttori e le strategie dei broadcaster, perché i decoder e la loro evoluzione, seguano il rispetto delle regole di mercato e al tempo stesso delle esigenze dei consumatori ("tutti i decoder devono poter ricevere tutti i programmi e tutti i servizi").

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15 febbraio 2010

ABI: sospensione rate del mutuo.

 

Riceviamo dall'ABI queste utili indicazioni destinate alle famiglie interessate alle misure di sospensione.

Redazione ACU

 

Pensiamo possa esservi utile ricordare i passaggi necessari per accedere direttamente alle informazioni sulla sospensione delle rate del mutuo (elenco delle banche aderenti, documento tecnico, modulo di domanda...) che l'ABI ha pubblicato sul sito www.abi.it in una sezione dedicata al Piano Famiglie (riquadro giallo in alto a destra).

Pertanto se cliccate sul suddetto riquadro, vi si aprirà una pagina intitolata Piano famiglie. In basso, in arancio, trovate una lista di link.
Cliccando sul primo link "Accordo per la sospensione del mutuo" si apre una seconda pagina che contiene l'elenco dei documenti relativi alla misura di sospensione delle rate del mutuo.
Nel "Documento tecnico" che è decisivo per quanto riguarda il merito di molte possibili richieste d'informazioni, è contenuto il modulo per la domanda di sospensione che il cliente deve compilare(attenzione a non confonderlo con quello destinato alla banca per l'adesione alla sospensione).
In alto a sinistra invece c'è il link "Banche aderenti" contenente la lista aggiornata delle banche.

Raccolta firme di pendolari, per continui disservizi ferroviari, consegnate a RFI.

 Il signor Piras ha inoltrato la lettera all'Assessore ai trasporti della Regione Abruzzo, il suggerimento è stato quello di coinvolgere anche l'Assessorato ai trasporti della Regione Molise in una auspicabile trattativa con Trenitalia.

Redazione ACU

 

Spett.le Associazione

chi scrive è un pendolare della tratta ferroviaria San Vito Lanciano - Termoli. Mi faccio portavoce di un malcontento generale, che ha scaturito anche una raccolta di firme consegnate alla società RFI presso la stazione di Pescara. Con il nuovo orario, il treno 21570 è stato posticipato di ipotetici 15 minuti dalle 18.10 agli attuali 18.25. Parlo di ipotetici poiché ogni sera questo treno accumula un ritardo spaventoso. Ieri sera, ad esempio, è partito da Termoli alle ore 18:50!

Il disservizio è ormai una costante. Faccio notare come nella tratta specifica non esiste un treno tra la fascia oraria 16:00 - 18:00. Il treno precedente è infatti alle 15:52. Tra le 15:52 e le 18:25 non esiste un treno che parta da Termoli direzione nord. Chiedo che questa Spett.le Associazione si faccia promotrice delle problematiche di numerose famiglie che devono sopportare l'inefficienza e la disorganizzazione delle Ferrovie dello Stato e si attivi attraverso i propri canali presso i vertici delle Ferrovie per risolvere la problematica.

Rimango in attesa di una risposta che sono sicuro non tarderà ad arrivare.

Distinti saluti

Francesco Piras

12 febbraio 2010

Comune di Certaldo: cartelli di segnalazione più chiari!

Buongiorno,

chiedo cortesemente il vostro aiuto per un fatto successo pochi giorni fa.

Mi trovavo per lavoro nel piccolo comune di CERTALDO (FI) sono arrivato sulla strada del mio piccolo albergo alle ore 23.30 circa del giorno 27.01.2010, strada buia, senza luci, parcheggio la mia auto, su strisce bianche, quindi gratuite e libere.

La mattina seguente però mi trovo una bella sorpresa di benvenuto dal comune, una bella multa per infrazione al codice della strada, 38 euro per divieto di sosta e ho rischiato anche la rimozione forzata, che mi avrebbe bloccato in questo paesino per tutta la giornata, facendomi perdere la giornata di lavoro, e tutto ciò che ne consegue.

Ora al momento del parcheggio, ho guardato all'inizio delle strisce di parcheggio, ma non c'erano cartelli di segnalazione, (premetto che era comunue tarda sera e che ho parcheggiato al primo posto segnalato con strisce bianche) davanti a me qualche posto vuoto, poi tre o quattro altre automobili.

Ho preso qualche foto da internet, e vi allego la copia della multa, per dimostrarvi il tutto, sperando in un vostro aiuto, dato che il giorno della contestazione, mi guardo meglio intorno ma non noto nulla, se non nel tratto di strada precedente, dove noto un normale divieto di sosta, e circa 150 metri dopo le strisce in cui avevo parcheggiato la mia auto, dove noto un piccolo cartello indicante si, la pulizia della strada e il relativo divieto, mi reco al comando dei vigili, e dopo una verifica mi viene detto che la segnaletica c'è ed è visibile, e che quindi mi tocca pagare la multa.

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Ho fatto la patente un anno fa e pur facendo per lavoro circa 3000 km al mese, cerco di stare attento, a ztl, ecopass, limiti di velocità ecc, (cosa già molto difficile se si esce dalla propria città, a causa dei milioni di cartelli poco visibili, nascosti, assenti o coperti da enormi cartelloni pubblicitari), ma questa non è proprio una mia disattenzione.

Non è per i 38 euro, che tuttavia mi fanno arrabbiare, perché una giornata di lavoro mi frutta circa quella somma, ma comunque per il buon senso.

Ora io ho pagato tutto, ma vorrei non finisse qui, vorrei far capire come per una loro disattenzione (avrebbero potuto essere chiari, mettendo un cartello di inizio) una persona come me, di 19 anni, che lavora con dei sogni, delle speranze, si trovi in difficoltà quando succedono queste cose.

Vorrei un vostro parere, un eventuale vostra verifica.

Potete aiutarmi?

Resto a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti.

Grazie.

Broserà Stefano

11 febbraio 2010

Il Comitato Utenti del teleriscaldamento contro disservizi e aumenti delle tariffe!

 

Abbiamo accolto la richiesta  del Comitato Utenti del teleriscaldamento di Rivoli e ritenendoli importanti diamo spazio ai loro comunicati.

Redazione ACU

 

Spett.li Associazioni,
vi segnalo l’iniziativa del Comitato Utenti del Teleriscaldamento di Rivoli contro l’impennata dei costi del teleriscaldamento gestito con poca trasparenza da S.E.I. spa che dall’esercizio 2004/2005 non ha mai presentato un rendiconto del servizio e dei consumi addebitati agli utenti, in aperta violazione della Carta dei Servizi concordata e sottoscritta con la precedente amministrazione comunale. Ci auguriamo di poter contare sul Vostro appoggio per la diffusione della protesta e per convincere la S.E.I. spa a ripristinare  un corretto rapporto contrattuale. Si allega il 1° comunicato inviato alla SEI e al Comune di Rivoli e 2 nostri interventi alla riunione della  Commissione controllo e garanzia del Comune di Rivoli del 28 gennaio 2010.
Cordiali saluti.
IL COMITATO
Dott. Giuseppe Lomazzo, via Mincio 11 10098 Rivoli, tel. 347/8286009, giuseppe.lomazzo@virgilio.it

Sig. Pietro Tronchin, P.zza Repubblica 19 10098 Rivoli, tel. 011/9574706, tronchi@tin.it

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Rivoli 17 Gennaio 2010

Spett. S.E.I. spa , Via Moglia 19 10036 - SETTIMO TORINESE

Egr. Sign. SINDACO della CITTA’ di RIVOLI

ORGANI DI INFORMAZIONE LOCALE: La Stampa, La Repubblica,Luna Nuova, Torino Cronaca

ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI: Loro Sedi

Oggetto: TELERISCALDAMENTO DELLA CITTA’ DI RIVOLI.

Si comunica che in data 10/01/2010 si è riunita in Rivoli una rappresentanza di utenti del teleriscaldamento gestito da S.E.I. spa per promuovere un comitato di tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini aderenti a tale servizio.

Sono note a tutti le violazioni contrattuali ed i disservizi finora sopportati da quelle comunità di cittadini che, superando i timori delle assemblee condominiali, hanno creduto alla pubblica sollecitazione di poter abbinare l’ideale di un riscaldamento economico e pulito, convinti della buona fede dei propri amministratori e dalla credibilità internazionale della proponente SIRAM spa, azienda del Gruppo Dalkia.

Per quanto ci è noto, la SIRAM spa è riuscita solo ad acquisire un numero di contratti sufficiente a far decollare il servizio, per poi cedere il pacco degli utenti alle municipalizzate dei Comuni serviti che dall’esercizio 2004/2005 hanno delegato la gestione alla controllata S.E.I. spa di Settimo Torinese.

La S.E.I. spa avrà certamente dovuto affrontare con buona volontà molti problemi ma con noi utenti ha certamente adottato poca trasparenza.

Dal punto di vista contrattuale, non ha mai prodotto un rendiconto della gestione, precisato il valore e la fonte degli aumenti di tariffa, pubblicizzato i parametri di addebito delle quote e fornito un servizio di assistenza informato e tempestivo.

Solo al termine della travagliata stagione 2008/2009, la S.E.I. spa ha distribuito a qualcuno un prospetto di rendiconto, forse per documentare la contabilizzazione di 13 (tredici) giorni di servizio fermo, dal quale rileviamo che i costi del servizio addebitato sono notevolmente superiori a quelli praticati da altri gestori di teleriscaldamento della Provincia di Torino, primo fra i quali IRIDE spa.

Il calore distribuito dalle centrali di co-generazione analoghe a quello della nostra Città è un “prodotto di scarto” della produzione di energia elettrica, dalla cui commercializzazione le municipalizzate predette percepiscono già un utile.

Risulta pertanto particolarmente odioso rilevare che S.E.I. spa pratica costi differenziati alle diverse comunità aderenti al servizio ed a tariffe nettamente superiori a quelle di mercato.

All’inizio della stagione in corso, tutti hanno letto sugli organi di informazione l’ammontare dei debiti accumulati da S.E.I. spa in pochi anni di gestione e dei numerosi disservizi in molti Condomìni tra i quali quello di via Orbetello 4 a Rivoli; pochi invece hanno sentito parlare e quasi nessuno ha ricevuto copia della “Carta dei Servizi”, inapplicato testo concordato dalla precedente amministrazione comunale.

Una piccola carrellata di alcune delle inadempienze della S.E.I. spa agli impegni assunti con la Carta dei Servizi potrà servire a chi non ha ricevuto il documento a capire di quali semplici carenze stiamo trattando:

- la S.E.I. spa è impegnata a consegnare ad ogni Cliente copia del contratto con le principali condizioni di fornitura del servizio, (art. 2.6)

- la S.E.I. spa è impegnata a predisporre un portale al quale gli utenti potranno accedere per la consultazione del contratto e speriamo anche della propria posizione, (art. 2.6)

- la S.E.I. spa è impegnata a rispondere alle informazioni ed ai reclami sulla fornitura con lettera motivata entro 15 gg lavorativi, (art. 3.2.4)

- la S.E.I. spa è impegnata a correggere automaticamente eventuali fatture anomale ed errori di fatturazione, (art. 3.3.2); quanti si sono accorti ed hanno ottenuto il rimborso del doppio conguaglio praticato sulla prima e seconda fattura dell’esercizio 2007/2008?

- la S.E.I. spa è impegnata a riportare le letture del contatore di erogazione di energia,

- la S.E.I. spa è impegnata ad assicurare una ampia informativa, (art. 4.1)….

L’elenco sarebbe ancora lungo e nostro malgrado forse anche inutile.

Su tutti gli organi di informazione è ormai stata pubblicizzata la cessione quasi totale (85%) di S.E.I. spa a Kinexia spa, una neonata società finanziaria attratta dal business dell’energia che dovrebbe ripianare i debiti di S.E.I. spa e rilevare il controllo del nostro “pacco di contratti” dal prossimo 01/03/2010.

Temiamo pertanto che ancora una volta vengano pregiudicati i nostri diritti e calpestati i nostri interessi, non tutelati certamente da una Carta dei Servizi sottoscritta da una società ceduta a terzi non tenuti a rispettarli.

Prima che questo avvenga ed al fine di evitare un futuro contenzioso, il sottoscritto Comitato ritiene opportuno una collaborazione minima dagli Enti in indirizzo al fine di realizzare le premesse per una rapida e trasparente normalizzazione dei rapporti tra la società gestionaria del teleriscaldamento e gli utenti.

Il sottoscritto Comitato chiede pertanto:

- alla S.E.I. spa di inviare entro il 31/01/2010 ad ogni Utente, al sottoscritto Comitato ed al Comune di Rivoli copia del prospetto/rendiconto delle gestioni del teleriscaldamento 2004/2005, 2005/2006, 2006/2007, 2007/2008 con la precisazione degli importi addebitati ad ogni singolo Condominio o Cliente/Utente della Città di Rivoli, con il dettaglio dei criteri adottati per il calcolo della quota di spettanza ad ogni singolo utente, con i singoli valori e le fonti utilizzate per gli adeguamenti delle tariffe.

- al Comune di Rivoli di pubblicare sui prossimi numeri di Rivoli Ri la Carta dei Servizi della Città di Rivoli e la presente lettera, di potenziare lo sportello di informazione e consulenza aperto al pubblico sul teleriscaldamento presso il Comune affiancando al personale della S.E.I. spa un proprio funzionario/dipendente informato sulla materia e sulla Carta dei Servizi, di favorire la riduzione/dilazione delle rate di riscaldamento per gli utenti che ne facciano richiesta per comprovate necessità, di impegnarsi per una maggior tutela dei cittadini utenti del riscaldamento al pari delle amministrazioni comunali di Collegno e Grugliasco o, quanto meno, di attivarsi affinchè le norme della Carta dei Servizi e le richieste della presente lettera siano recepite e rispettate da S.E.I. spa e dalla nuova società anche dopo il 01/03/2010.

Il sottoscritto Comitato non ha scopo di lucro, è indipendente, democratico, apartitico e aconfessionale.

Per ogni ulteriore informazione, adesione al Comitato, proposta o replica rivolgersi e inviare la corrispondenza al Referente Dott. Giuseppe Lomazzo, via Mincio 11 10098 Rivoli.

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Rivoli 28 Gennaio 2010

Spett. COMMISSIONE DI CONTROLLO E GARANZIA RIVOLI

Oggetto: Teleriscaldamento della Città di Rivoli

Ci è stato riferito in questi giorni che ad una precisa domanda di una utente, qualcuno avrebbe risposto che i problemi degli Utenti del teleriscaldamento di Rivoli sono fatti privati tra i condomìni ed il gestore SEI spa.

Non siamo molto d’accordo con questa affermazione perché a Rivoli non c’è stato all’epoca un improvviso raptus ecologico che ha spinto le comunità di utenti ad abbandonare i tradizionali sistemi di riscaldamento degli edifici per affidarsi a sconosciuti fornitori di nuove tecnologie.

Personalmente ero contrario a cambiare la distribuzione del calore con la centrale termica nella quale avevamo appena speso somme importanti per rimetterla al passo con i tempi, frenato anche dal vecchio adagio che insegna a non affidare ad altri la gestione dei tuoi beni e dei tuoi interessi se non hai tempo di verificare e controllare costantemente se trattasi di persona seria, competente ed onesta. Molti di noi hanno rapporti con banche ed un conto corrente bancario e potranno capire a cosa mi riferisco.

L’adesione al teleriscaldamento è stata deliberata sulla base delle notizie portate in assemblea dall’amministratore di condominio, dalle spiegazioni fornite da un funzionario della SIRAM spa e dal passa parola che interessato a caldeggiare l’innovazione c’era anche il Comune di Rivoli.

Purtroppo nessuno ha pensato di approfondire il problema: avrebbe visto la lettera di intenti di una società di nome C.EN.T.O. scpa, nata per fornire energia alle aziende della zona industriale di Rivoli vantare la possibilità di servire calore non solo alla costruenda sede comunale ma anche alle utenze private adiacenti alla rete di distribuzione, con risparmi a regime del 20/25% sul vigente costo di mercato.

Avrebbe visto la solerzia del nostro Comune nell’approvare e sottoscrivere in meno di due mesi sia il progetto proposto dalla predetta società che il testo della richiesta convenzione ed anche lo schema di contratto tipo da proporre alle nuove utenze redatto dalla medesima società, senza aver accertato preliminarmente od acquisito agli atti un parere sulla possibilità o meno di realizzare un tale miracolo, senza riservarsi la possibilità di un incisivo controllo su un investimento di tale portata e su intenti così impegnativi, senza pretendere che fosse una società terza ad acquisire e gestire i nuovi contratti delle utenze private, magari rinunciando al gianduiotto annuale da 4 euro per utente promesso e convenuto con il Comune di Rivoli.

A promuovere l’adesione invece, oltre agli strilloni del Comune, si presentò invece senza alcun dubbio sul conflitto di interessi la SIRAM spa, una controllata del Gruppo Dalkia che aveva vinto l’appalto di gestione del riscaldamento del Comune di Rivoli, con fornitura del calore tramite teleriscaldamento dalla medesima centrale di proprietà della società beneficiaria della convenzione,

I prospetti di calcolo del risparmio furono costruiti con tariffe di riferimento funzionali a costruire il rapporto di convenienza vantaggioso sbandierato nella lettera di intenti e tale da convincere gli utenti potenziali senza ulteriori riflessioni.

La realtà per i nuovi utenti è stata più amara già nel primo anno di gestione ma non è stata tale da impedire a fine 2003 alla S.E.I. spa, di considerare appetibile l’acquisto della C.EN.T.O. scpa con in dote una Convenzione del Comune di Rivoli che le permetteva di sviluppare le potenzialità della rete già posata senza ostacoli e concorrenza, con contratti acquisiti a valori base fuori mercato che le avrebbe consentito margini vistosi sui costi di fornitura.

Qualsiasi normale nuovo esercente, dal piccolo bottegaio alla grande società, pubblicizza adeguatamente il cambio di gestione, evidenzia al suo mercato le novità, partecipa le gioie ed i dolori conseguenti al subentro.

Nessuno di noi ha ricevuto dalla S.E.I. spa queste notizie, anche se dopo la firma dei contratti di adesione già la SIRAM spa aveva accantonato gli amministratori di condominio stabilendo dei rapporti contabili diretti con ogni singolo utente, per ognuno dei quali pagava al Comune il famoso gianduiotto…

La S.E.I. spa ha avuto tutto il tempo necessario per valutare nei dettagli la realizzabilità del progetto proposto nella lettera di intenti della C.EN.T.O. scpa al Comune di Rivoli e con la sua competenza nel settore e con l’etica della società a capitale pubblico, fornitrice di un servizio pubblico o quanto meno di pubblico interesse avrebbe potuto confermarci o meno le probabilità di risparmio che l’attività divinatoria della C.EN.T.O. scpa aveva vantato.

La S.E.I. scpa non ci ha mai informato di tutto questo, violando le norme del Codice del Consumo cui è soggetta e rendendosi a nostro avviso connivente con la sua reticenza di un progetto fantasioso concepito per realizzare profitto carpendo la credulità e la buona fede del pubblico utente.

Ci meraviglia pertanto che finora nessuno abbia portato la notizia in Procura della Repubblica per far valutare se esistano o meno a carico dei soggetti coinvolti gli estremi del dolo o della colpa grave.

Questa è stata la prima violazione contrattuale della S.E.I. spa con l’utenza, la quale ha pagato finora a caro prezzo l’incremento di valore della società C.EN.T.O. scpa e della stessa S.E.I. spa, in misura tale da ripianare con la cessioni di entrambe a terzi parte dei debiti di Gruppo.

Il Comune di Rivoli è stato in questi anni distratto e suo malgrado vittima delle proprie negligenze.

Non siamo pregiudizialmente ostili al teleriscaldamento e riteniamo possibile recuperare un corretto rapporto contrattuale anche con la S.E.I. spa che in proposito ha dato segnali di disponibilità.

Preghiamo pertanto la S.E.I. spa di fornire al nostro Comitato e ad ogni singolo utente copia del già richiesto contratto relativo al proprio condominio ed il rendiconto annuale dettagliato di ogni singola gestione.

In difetto, non avendo i Condomini ricevuto i rendiconti di gestione del riscaldamento non hanno potuto sottoporli all’approvazione delle rispettive assemblee, con la possibilità quindi che qualsiasi Utente ne eccepisca la legittimità e la congruità dei costi, aprendo le porte ad una gigantesca Class Action che qualsiasi Movimento dei Consumatori sarebbe lieto di patrocinare.

Al Comune di Rivoli chiediamo di riesaminare la Convenzione n. 6.130/del 27/06/2002 per valutare se risultino o meno realizzati gli intenti e gli impegni vantati dalla richiedente e recepiti in convenzione che hanno giustificato la delibera della medesima, se vi sia stato, dolo o colpa grave da parte dei soggetti coinvolti o altre ragioni di opportunità che giustifichino la revoca della convenzione o la sua ridefinizione con nuovi rapporti contrattuali con la C.EN.T.O. scpa, con la cessionaria S.E.I. spa, o con altro fornitore e gestore.

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Rivoli 28 Gennaio 2010

Spett.

COMMISSIONE DI CONTROLLO E GARANZIA

CITTA’ di RIVOLI

Oggetto: TELERISCALDAMENTO DELLA CITTA’ DI RIVOLI.

Il Comitato Utenti del Teleriscaldamento di Rivoli ringrazia anzi tutto il Presidente ed i signori Consiglieri della Commissione di Controllo e Garanzia per l’invito a questa riunione che ha per tema il comune interesse di migliaia di cittadini per il funzionamento e la corretta gestione del teleriscaldamento distribuito a Rivoli in circa 165 Condomìni.

Il Comitato, costituito da meno di venti giorni, è nato per riunire le principali problematiche connesse al funzionamento ed alla gestione del servizio e per fornire tutela agli utenti colpiti da disservizi e violazioni contrattuali varie che non sono riusciti a risolvere da soli.

Dopo la pubblica sollecitazione svolta dall’Amministrazione Comunale di Rivoli nel 2002/2003 a seguito degli impegni assunti con la sottoscrizione della Convenzione con il Consorzio Energia Torino Ovest (C.EN.T.O), ci sembra che sul teleriscaldamento sia calato il sipario non appena l’azienda incaricata della posa della rete S.I.R.A.M. spa del Gruppo Dalkia riuscì ad acquisire un numero di contratti sufficiente a far decollare il servizio ed a far versare alla nostra cara Amministrazione un bonus integrativo concordato di 4 euro per ogni Utente.

Non c’è stata quindi alcuna informativa agli Utenti sulla vendita della centrale cogenerativa C.EN.T.O. e della cessione dei contratti di fornitura e gestione acquisiti da S.I.R.A.M. spa alla municipalizzata S.E.I. spa, non c’è stata verifica delle condizioni contrattuali applicate da S.E.I. spa alle nuove utenze, non c’è stato interesse dell’Amministrazione Comunale allora in carica ad acquisire maggior voce in capitolo nella S.E.I. spa al pari delle amministrazioni dei comuni di Grugliasco e di Collegno, serviti dalla stessa centrale.

Questa negligenza è stata pagata finora dai cittadini di Rivoli con ritardi negli allacciamenti, con condizioni difformi dal contratto tipo sottoscritto in data 27/06/2002 dall’amministrazione comunale nella Convenzione con la C.EN.T.O, con tante giornate al freddo in inverno e con calore tropicale in aprile per carenze del servizio, per carenze di termoregolazione e per carenza di scrupoli del Gestore nello spreco di calore per ragioni di cassa.

La S.E.I. spa ha richiesto annualmente agli Utenti dei conguagli senza mai presentare un rendiconto preventivo e consuntivo della gestione, senza mai documentare le letture dei contatori dell’energia ceduta, senza precisare e documentare il criterio di calcolo delle quote per ogni Utente, senza indicare gli estremi normativi e le tabelle adottate per le variazioni di tariffa, senza conteggiare e retrocedere le diminuzioni di imposte e di accise di spettanza agli Utenti di riscaldamento per uso domestico.

Dall’inizio della gestione del teleriscaldamento nel 2002/2003, gli Utenti di Rivoli hanno subìto rincari del servizio nettamente superiori a quelli praticati da altri gestori della Provincia di Torino, primo fra tutti Iride spa, senza mai sfiorare i risparmi del 20/25% e gli altri benefici ipotizzati nella predetta Convenzione n. 6.130 sottoscritta dal Comune di Rivoli il 27/06/2002.

Agli Utenti che hanno avuto necessità di segnalare un guasto od un disservizio ha risposto sempre un apatico Call Center privo di autonomia decisionale nella selezione delle urgenze ed agli Utenti interessati a conoscere più in dettaglio le modalità di calcolo delle quote è stata opposta generalmente la ridicola giustificazione di un “problema di software” in corso di soluzione.

Anche la Carta dei Servizi sottoscritta dalla S.E.I. spa per un formale rispetto della norma prevista dall’art. 101 comma 4 del Codice del Consumo (D.Lgs. 06/09/2005 n. 206) non ha prodotto significative variazioni nel rapporto contrattuale tra gli Utenti e la S.E.I. spa e gli impegni assunti non risulta siano stati rispettati.

Trattasi di impegni minimali e di semplice attuazione quali la consegna della copia del contratto con le principali condizioni di fornitura ad ogni cliente, la predisposizione di un portale al quale gli utenti possano accedere per consultare il contratto, le condizioni di fornitura, la propria posizione contrattuale, la risposta scritta entro 15 gg ai reclami ed alle richieste di informazioni, la correzione automatica di errori e delle anomalie di fatturazione, il riporto in fattura delle letture del contatore di erogazione dell’energia, una informativa ampia ed altre condotte di normale buon senso applicate da qualsiasi bottegaio.

Gli Utenti riferiscono invece di ricevere risposte insoddisfacenti, farcite di tecnicismi che lasciano disorientati anche allo sportello predisposto presso la sede del Comune di Rivoli.

Altri hanno promosso azioni giudiziali autonome per la tutela dei propri diritti non gestiti dagli amministratori di condominio di scarsa professionalità, accollandosi le relative spese.

Gli Utenti del teleriscaldamento di Rivoli costituiti in Comitato intendono denunciare pertanto alla Commissione il loro malessere per queste disfunzioni, preoccupati per il futuro anche dalle recenti notizie di stampa sui debiti della S.E.I. spa e della controllante A.S.M. spa e dell’avvenuta cessione con decorrenza 01/03/2010 della quota di controllo di S.E.I. spa a Kinexia spa, una società finanziaria attratta dal business del’energia, gestita da amministratori inquisiti che non hanno certamente come missione la beneficenza.

Prima che questo avvenga ed al fine di evitare un futuro contenzioso, il sottoscritto Comitato ritiene opportuna la Vostra collaborazione per realizzare una rapida e trasparente normalizzazione dei rapporti tra la società gestionaria del teleriscaldamento e gli Utenti di Rivoli.

Con riserva di valutare la correttezza della documentazione pervenuta e la convenienza del servizio fornito, il Comitato chiede pertanto:

- alla S.E.I. spa, società a capitale pubblico ed erogatrice di servizi pubblici, di inviare entro il 31/01/2010 ad ogni Utente, al sottoscritto Comitato ed al Comune di Rivoli copia dei rendiconti delle gestioni del teleriscaldamento 2003/2004, 2004/2005, 2005/2006, 2006/2007, 2007/2008 e 2008/2009 di ogni Condominio, completi delle letture iniziali e finali dei contatori di erogazione dell’energia, dei criteri adottati per il calcolo delle quote di ogni singolo utente, con i valori, le fonti e le tabelle utilizzate per le revisioni delle tariffe,

- al Comune di Rivoli, titolare del potere di direzione, controllo e vigilanza derivante anche dalla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27/01/1994 in materia di Princìpi sull’erogazione dei servizi pubblici, di pubblicare sui prossimi numeri di Rivoli Ri la Carta dei Servizi sottoscritta da S.E.I. spa e la presente lettera, di potenziare lo sportello di informazione e consulenza aperto presso il Comune affiancando al personale della S.E.I. spa un proprio funzionario informato sulla materia e sulla Carta dei Servizi, di favorire la riduzione/dilazione delle rate di riscaldamento per gli utenti che ne facciano richiesta per comprovate necessità, di impegnarsi per una maggior tutela dei cittadini utenti del teleriscaldamento al pari delle amministrazioni comunali di Collegno e di Grugliasco, di promuovere una convenzione per la certificazione energetica gratuita di tutti gli edifici serviti dal teleriscaldamento e di accertare in quali mani sarà consegnata la gestione di interessi e servizi primari di migliaia di cittadini di Rivoli dopo il 01/03/2010.

PER IL COMITATO

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ESITO DELLA RIUNIONE DELLA COMMISSIONE DI CONTROLLO E GARANZIA DI RIVOLI

“Abbiamo partecipato alla riunione della Commissione di Controllo e Garanzia del Comune di Rivoli presieduta dal Consigliere Valerio Calosso tenutasi alle ore 18 del 28/01/2010 nell’aula del Centro Congressi di Rivoli con all’ordine del giorno: Le recenti problematiche sottese al funzionamento del teleriscaldamento. Erano presenti i consiglieri ed il vicepresidente della Commissione Perez, l’assessore all’Ambiente Massimo Fimiani, la Dott. Capuano e sono intervenuti per la S.E.I. spa il direttore generale Roberto Maggio con il responsabile commerciale Roberto Chiapello. Dopo l’introduzione del Presidente Calosso, ha parlato l’Assessore Fimiani per confermare l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sul tema del riscaldamento ricordando le numerose iniziative intraprese dall’assessorato in collaborazione con i Comitati di quartiere, gli amministratori di condominio e la S.E.I. spa per ascoltare le lamentele dei cittadini e suggerire le soluzioni realizzate quali la Carta dei Servizi e la recente istituzione dello Sportello del Teleriscaldamento presso la sede comunale. Il dott. Maggio ha poi riassunto le problematiche tecniche ed organizzative che hanno interferito nella regolare fornitura del servizio ed impedito la totale trasparenza dei consumi e degli addebiti. Il Presidente Calosso ha poi aperto la discussione ai cittadini che, con numerosi interventi  hanno confermato come le iniziative illustrate siano state insufficienti, la S.E.I. spa non ha mai inviato la documentazione dei consumi, le tabelle utilizzate per l’adeguamento delle tariffe, il rendiconto annuale della gestione, ha programmato l’invio delle fatture con cadenze troppo ravvicinate, con richieste di conguaglio  in alcuni casi anche di 300,00 euro,  con piani tariffari di base costruiti su dichiarazioni e documentazioni imprecise – un utente ha dichiarato che il contratto di base del suo condominio è stato calcolato sul consumo di gasolio dell’anno precedente, risultato inferiore poi di ben 1.000 litri – in molti casi i consumi di gasolio documentati dagli amministratori di condominio comprendevano giacenze già acquisite in cisterna ma non consumate ed in altri casi fatturate ma non fornite, non c’è stato in nessun caso una diagnosi energetica del fabbisogno termico degli edifici che evidenziasse lacune e criticità degli impianti. Tutte queste inadempienze hanno generato costi del teleriscaldamento sempre più alti e non commisurati alle tariffe note del metano, irregolarità del servizio in piena stagione invernale per deficienze tecniche e programmatiche della rete, per carenza di termoregolazione e manutenzione degli impianti di competenza dei singoli condomini, per scarsa professionalità e collaborazione di alcuni amministratori di condominio a libro paga della S.E.I. spa. La Carta dei Servizi sottoscritta dalla S.E.I. spa non è stata diffusa e spiegata all’utenza e dagli interventi ascoltati non è stata rispettata.

Il Comitato degli Utenti del Teleriscaldamento di Rivoli è intervenuto con le due relazioni in allegato, lette dal referente dott. Giuseppe Lomazzo e dal signor Pietro Tronchin che, ripercorrendo i temi del comunicato di esordio hanno focalizzato anche l’errore originale di aver concesso una convenzione privilegiata ed autorevole sostegno agli intenti di una società che prometteva con l’adesione al teleriscaldamento risparmi del 20/25% senza averli prima adeguatamente valutati.

I consiglieri comunali intervenuti hanno confermato tutti l’esistenza per le problematiche sollevate e l’interesse per la loro soluzione con varie proposte tra quali e nell’ordine la convocazione degli amministratori di condominio dal consigliere Massaro, la vertenza organizzata per la trasparenza anche con la promozione di una Class Action dal consigliere Moglia, il sostegno e le agevolazioni alle fasce di utenza debole da parte del consigliere Lucarelli, un integrale riesame e rivalutazione delle delibere comunali e della documentazione relativa alla creazione e promozione del teleriscaldamento a Rivoli dal consigliere Trovato, la mozione al Sindaco per accertare eventuali violazioni contrattuali con dolo o colpa grave della società C.EN.T.O. scpa, beneficiaria della Convenzione n. 6.130 del 27/06/2002,  con danno ai cittadini ed al Comune di Rivoli da parte del consigliere Della Valle, la riconvocazione della Commissione di Controllo e Garanzia fra due mesi per verificare la soluzione o meno dei problemi proposti e le eventuali ulteriori iniziative da assumere con il contemporaneo blocco del pagamento delle fatture emesse, da parte del Consigliere Basile, il richiamo agli amministratori di condominio per una maggior controllo e manutenzione degli impianti di competenza da parte del consigliere Monzeglio. Il dott. Maggio ha riconfermato tutto l’impegno della società per rimuovere le problematiche sollevate e ridurre in ambiti fisiologici i disagi dell’utenza, la massima disponibilità per discutere e concordare soluzioni migliorative del servizio e riesaminare ogni singola condizione contrattuale; indisponibile invece al blocco dei pagamenti dovendo assicurare la continuità del servizio. Peccato che tutto questo impegno e tutta questa disponibilità non si sia tradotta in un gesto di concreta buona volontà quale la produzione, anche parziale dei rendiconti e delle tariffe di consumo richieste a S.E.I. spa e mai documentate. Chiudeva la riunione l’assessore Fimiani il quale proponeva l’istituzione e la convocazione di un Tavolo permanente al quale far partecipare tutti gli attori interessati alle problematiche del teleriscaldamento e quindi, oltre alla S.E.I. spa, i Consiglieri comunali, gli amministratori di condominio interessati, i comitati di quartiere, i movimenti e le organizzazioni dei consumatori e dei cittadini, ivi compreso il Comitato Utenti del Teleriscaldamento di Rivoli.

A nostro parere si profila la solita riunione pletorica con scarse prospettive di sintesi e di decisioni condivise. Il Consiglio Comunale di Rivoli in funzione dei suoi poteri di direzione vigilanza e controllo dovrebbe anzi tutto riesaminare l’intera produzione normativa deliberata sul teleriscaldamento, valutare se vi siano state carenze e sottovalutazioni ed in via propositiva formulare agli attori interessati quali siano stati gli esiti di tale lavoro e quali i temi sui quali concentrare l’attenzione e gli sforzi di tutti per una rapida soluzione.”

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