25 novembre 2008

Con l'Islanda vanno in fumo anche i nostri risparmi.

Buongiorno

Anzitutto mi presento: sono un risparmiatore truffato, si direbbe “solo” uno dei tanti, ma con voglia di uscire dall’anonimato e dare una voce, un grido al dramma che ci ha travolti, con perdite economiche e danni psichici.

Uno dei moltissimi risparmiatori che ha in portafoglio obbligazioni emessi da Banche Islandesi, nella fattispecie la “Glitnir” (già “Islandsbanki”, cod. ISIN XS0222838129) acquistate nel mese di Aprile 2008.

Ho ritenuto di scriverLe in quanto in presenza di un ennesimo caso di “malafinanza”, non vedo alcun interesse a tutelare noi risparmiatori da parte non solo delle Banche e dell’ ABI, ma nemmeno dal Governo e dagli organi preposti.

Non tutti sanno che queste obbligazioni fino al default venivano proposte e vendute dagli istituti di credito e dai consulenti finanziari come titoli solidi e sicuri, di elevato rating (“A”) e supportate da un’ assicurazione generica di “business solido e virtuoso” in un Paese “di antiche tradizioni ed elevati standard economici”

Infatti erano inserite , nell’elenco "Patti Chiari" nato esplicitamente “per proporre un elenco di obbligazioni a basso rischio e di conseguenza a basso rendimento, costantemente aggiornato, per orientare chi è privo di esperienza finanziaria e intende investire in titoli particolarmente semplici da valutare”

Contrariamente ai principi (teorici) alla base dell’iniziativa, nè le importanti oscillazioni di prezzo né le variazioni di rating (sino alle condizioni di default sarebbero almeno 4) sono state comunicate dalla Banca.

Per aggiungere la beffa al danno, la comunicazione dell’uscita dell’obbligazione dalla lista è datata 09/10 u.s. (recapitata 10gg. più tardi) cioè col titolo già uscito dalle contrattazioni (!)

Allo stato attuale abbiamo bisogno di segni di interessamento, di risposte, di proposte concrete di soluzione.

Pertanto chiediamo:

Agli organi di comunicazione, la stampa, i media :

- di non speculare banalmente sul dramma delle ns. famiglie come “notizia del giorno” per dimenticarsene ed archiviare il caso in attesa di altri scoop più ghiotti.

- di mantenere, viceversa, la situazione viva nell’opinione pubblica perché tutti possano condividere la causa, seguirne gli sviluppi e sostenerci, persino attivamente se lo vogliono.

- di evidenziare e rimarcare le lacune nel sistema politico, economico e finanziario che tuttora (dopo molti anni dalla Cirio, Parmalat, Argentina etc.) mietono vittime innocenti (ed inconsapevoli) fra i risparmiatori, nonostante i proclami di “trasparenza” e “vigilanza”

Agli organi di governo, i politici e gli enti internazionali e sovranazionali:

- di indagare il comportamento del Governo islandese che con un escamotage giuridico ha sottratto le Banche locali agli obblighi verso i creditori, addirittura salvaguardando gli azionisti.

- di chiedere il rispetto delle leggi internazionali e prendere posizione diretta nelle operazioni di recupero crediti con auditing e monitoraggio costante di una buona condotta

- di condizionare gli aiuti economici concessi allo Stato Islandese alla formulazione di proposte soddisfacenti per il rimborso/ rinegoziazione del credito contratto con i piccoli risparmiatori.

- di promuovere una revisione organica e globale delle regole e dei parametri accessibili al pubblico non-specialista per una valutazione realistica del contenuto di rischio degli investimenti

Alle istituzioni Bancarie e finanziarie, agli organi di coordinamento e vigilanza:

- di configurare l’incuria e l’approssimazione nella condotta della sbandierata operazione “Pattichiari” come corresponsabilità nelle scelte effettuate da risparmiatori ingannati

- di istituire un Fondo per il rimborso delle vittime cui concorrano TUTTE le Banche del Consorzio “Pattichiari” in misura proporzionale alla capitalizzazione od altri criteri da determinarsi nelle sedi opportune.

Con peso addizionale per le Banche ove siano stati effettivamente collocati prodotti “infetti” (addirittura sino a poche settimane dal default), ed in proporzione a tale ammontare nominale

- di assegnare a tali Banche l’onere di predisporre strategie di rimborso (o rollover su altri prodotti finanziari con orizzonte temporale ragionevole)

- ai fini di tali rimborsi, a compensazione di quanto potrà liquidarsi in seguito a realizzazione degli assets delle Banche Islandesi, di considerare sullo stesso piano paritario i sottoscrittori di polizze e bonds.

Alle associazioni di categoria, dei consumatori e dei cittadini:

- grazie alla loro presenza capillare sul territorio, di contribuire alla diffusione di un’informazione corretta ed aggiornata sul tema, svuotandola di eventuali contenuti politici o faziosi.

- di promuovere e favorire il coordinamento tra i diretti interessati, per conseguire un obiettivo unitario

- di fornire possibilmente assistenza e consulenza specifica, finanziaria e legale, identificando e guidando i gruppi di risparmiatori con problematiche analoghe ai fini di azioni collettive

Non mi dilungo oltre: spero abbia avuto il tempo e la pazienza per leggermi fino a qui.
Allo stato attuale, dove prima di tutto si tutelano e si salvano con soldi pubblici, le banche responsabili di averci venduto obbligazioni a rischio certificandole come sicure, lasciando al loro destino noi risparmiatori con le nostre famiglie, spero Lei possa dedicare parte del Suo tempo e delle Sue energie al problema del default delle Banche Islandesi ed ai pesanti risvolti su risparmiatori in difficoltà.

http://www.finanzaonline.com/forum/showthread.php?t=991447  progetto Banche Islandesi

http://islandainfumo.blogspot.com/

Nicola Minerva - Parma

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