16 ottobre 2009

Vicenda ACEA - ATO5 S.p.A. Uno stallo intollerabile!

Segnaliamo ai nostri lettori l'importante lettera aperta del Comitato Civico per il Diritto all'Acqua.

La Redazione ACU

Lettera aperta del CO.CI.D.A. - ASPETTIAMO RISPOSTE


Al presidente della Provincia On. Antonello Iannarilli e p. c. a tutti i membri della giunta e del consiglio Provinciale con particolare riguardo all’Assessore Giuseppe Paliotta al Consigliere Gennarino Scaccia al Consigliere Antonio Salvati Piazza Gramsci 13 - 03100 Frosinone


Alla c.a. della Guardia di Finanza Comando Provinciale di Frosinone Via Cavour 55 - 03100 Frosinone

Agli organi di stampa La Provincia - redazionefrosinone@laprovinciaquotidiano.it Ciociaria oggicronaca@ciociariaoggi.net Il Tempo - frosinone@iltempo.it Il messaggero – frosinone@ilmessaggero.it


La vicenda dello scandalo delle risorse idriche in provincia di Frosinone è “mantenuta” in uno stato di stallo non più tollerabile. Indubbiamente la pausa estiva e quella elettorale dovuta alle elezioni provinciali ha permesso all’Acea Ato5 di godere di un periodo di tregua continuando a fare ciò che ha sempre fatto in questi anni. Dal canto suo la S.T.O. dell’ATO5, organo tecnico di interfaccia e garanzia trai i Comuni e il Gestore, invece di censurare dovutamente il comportamento dell’ACEA ha permesso che si perpetuassero le inadempienze e amplificassero le vessazioni nei confronti degli utenti. Solo nell’ultimo periodo quando lo scandalo delle risorse idriche in Provincia è esploso in tutta la sua gravità i componenti della S.T.O. hanno tentato di mettere una “pezza” al proprio operato denunciando finalmente la vera situazione, quella che tutti conoscevano. Soprattutto la conoscevano i politici membri della Consulta d’ambito, allora presieduta dall’ avv. Scalia. Una gestione cioè fuori controllo e la sussistenza delle condizioni, acclarate da tempo, per la risoluzione in danno del contratto di gestione. Ma si sa come vanno queste cose, i dirigenti della S.T.O., per evidenti motivi, invece di essere “azzerati” per questo pessimo servizio sono stati addirittura riconfermati, a cavallo delle elezioni, con contratti “importanti” e per un periodo non indifferente.

Vi ricordate la vicenda dei Comuni al di sotto dei 1000 abitanti che hanno chiesto e ottenuto di uscire dall’ATO5 ? Bene a distanza di oltre sei mesi da quella data ancora formalmente non sono usciti. Il tutto con la complice latitanza della S.T.O. Nel merito a poco sono servite le censure del Garante Regionale delle Risorse Idriche finalizzate a svincolare quei Comuni da ACEA e quindi al ritorno alla gestione diretta dei servizi idrici.

Sul fronte delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza, poi, la magistratura da tempo ha annunciato che le ipotesi iniziali di abuso d’ufficio e truffa aggravata, riguardante appunto lo scandalo delle risorse idriche, aveva avuto riscontri eclatanti, eppure tutto tace e i tanto paventati avvisi di garanzia ancora non sono stati emessi. Senza contare le circostanze “scabrose” emerse nel corso delle indagini e riguardanti le gare di appalto, come è stato ribadito sui giornali nelle interviste rilasciate dai responsabili della procura di Frosinone. Le indagini “interne” condotte in Regione Lazio si sono arenate e i buoni propositi manifestati dai funzionari regionali, nelle diverse audizioni a cui abbiamo partecipato, completamente disattesi.Infine era il primo dicembre 2008 quando il CO.VI.R.I. in modo perentorio, con una ormai leggendaria delibera faceva chiarezza sui rincari illegittimi approvati contro i cittadini ancorché applicati in modo retroattivo, eppure ancora non si è proceduto alla applicazione delle categoriche indicazioni di quella delibera.Potremmo continuare ad illustrare altre “preoccupanti” situazioni, come ad esempio quelle sul fronte della depurazione e dell’inquinamento, ma esse di fatto non aggiungerebbero altro ad un contesto già di per se più che esplosivo. Chi ci sta rimettendo in questa condizione di empasse sono ancora una volta i cittadini. Lo sanno bene i nuovi Amministratori Provinciali a cui spetta, insieme alla magistratura, di porre fine a questa paradossale vicenda. Essi devono rammentare che i cittadini hanno fatto scelte di voto anche e soprattutto sulla base dei programmi elettorali. Ed è bene ricordare allora come il tema Acea Ato5 S.p.A. è stato il più gettonato alle ultime elezioni provinciali e la soluzione ottimale a questo problema, il punto qualificante delle “promesse” elettorali.

Noi che ci siamo assunti la responsabilità civile di denunciare innanzi la Procura della Repubblica di Cassino (all’epoca competente per territorio) la gestione ACEA Ato5 S.p.A. nel lontano marzo 2008.

Noi che siamo stati sempre a fianco dei cittadini non tollereremo alcun atteggiamento “promiscuo” della politica e continueremo la nostra battaglia. Non siamo stati ancora ascoltati dai nuovi Amministratori Provinciali, ma tutto sommato non c’è bisogno, anche perché molti di essi ci conoscono bene e anzi hanno condiviso con noi, fino ad un certo punto, le legittime istanze dei cittadini.

Sanno bene quindi che non occorre fare ulteriori approfondimenti di indagine, le carte noi le abbiamo come loro. Sanno cioè che devono mettere in atto quello che hanno sempre sostenuto insieme a noi: “procedere senza indugio alla risoluzione in danno del contratto ACEA disatteso e tornare alla gestione pubblica del bene comune. Il tempo delle azioni concrete e della netta discontinuità con la precedente amministrazione è arrivato, quello della campagna elettorale appartiene al passato.

Del resto verso la gestione pubblica e la concreta autonomia dei comuni è ormai approdato anche il Consiglio di Stato con sentenza n. 5501/2009 del 15 Settembre 2009. Questa sentenza infatti cancellando l’originale ricorso della Provincia di Latina e di Acqualatina S.p.A., ha definitivamente resa operativa la scelta del Comune di Aprilia, Comune simbolo della battaglia contro i “predoni dell’acqua”, di non approvare il contratto di gestione con Acqualatina S.p.A. In sintesi è stato riconosciuta la piena libertà dei singoli Comuni di non impegnarsi nell’ambito territoriale di gestione del servizio idrico. Scelta che deve ritenersi piena e non soggetta a restrizioni di sorta. Trattasi di una sentenza fondamentale le cui conseguenze sono facilmente prevedibili.

Responsabile del Comitato Civico per il Diritto all'Acqua.

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