1 agosto 2008

NESSUN "BOLLINO BLU" ALLA FABBRICA DEL SORRISO

Ci scrive Carmela Carelli di Bologna per denunciare la trasmissione di Mediaset che proprio non è adatta ai bambini.. e forse nemmeno agli adulti!

 

Spett.le FABBRICA DEL SORRISO,

sono a sottolineare una grande contraddizione tra la Vostra presenza in Mediaset ed i i programmi che in genere manda in onda, soprattutto nella fascia oraria del giorno.

Infatti, andrebbe riconsiderata quella che è il provvedimento contrassegnato con i bollini : verde, giallo e rosso. Nell'arco della giornata (principalmente all'ora di pranzo) quando anche i bambini sono a tavola, vengono trasmesse fiction a dir poco vergognose per alcune scene molto spinte. ANCHE UN VOSTRO INTERVENTO PER LA  TUTELA DEI MINORI  IN QUESTI TERMINI  DOVREBBE RIGUARDARVI.

Un cittadino comune non può sempre farsi carico di segnalare bassezze e ogni sorta di situazioni veramente di pessimo gusto e ineducativo per i bambini. Riflettere ed intervenire dovrebbe essere anche un VOSTRO PRECISO DOVERE.

Aggiungerei anche la inopportuna quanto dannosa emissione di programmi di contenuti violenti e soprattutto in orari in cui vi sono bambini ed adolescenti. Ne sono sdegnata del fatto che, con  i tre bollini verde,giallo e rosso, emittenti nazionali credono sfacciatamente di assolvere ad un dovere che invece penso non sia affatto assolto. Penalizzano o escludono iniziative valide per i ragazzi, premiando sporcizie simili. Il mio non è perbenismo o moralismo gratuito bensì rispetto per quella fascia indifesa che sono appunto bambini e adolescenti. Non meravigliamoci poi se i ragazzini commettono atti non propriamente accettabili da una società civile se non addirittura delittuosi. Non meravigliamoci se a scuola i bambini disegnano situazioni incestuose, prendendocela con i genitori i quali costretti a lavorare non possono dedicarsi a loro per il tempo almeno necessario. COMBATTIAMO PIUTTOSTO  PROPRIO QUESTO GRANDE STRUMENTO "MAL UTILIZZATO" DAI GESTORI.

Vergognamoci tutti quando ignoriamo facendo finta di  nulla.

 

Carmela Carelli      

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