1 agosto 2008

IL VESTITO NON TE LO CAMBIO!

Spettabili associazioni a difesa dei consumatori,


la presente è per segnalare quanto accadutomi in un negozio dell’
hinterland milanese.
Una settimana fa mi sono recata nel negozio “Santino punto moda” di
Gerenzano (VA) per acquistare un abito.
L’unico modello di mio gradimento faceva però in realtà difetto sulla
parte posteriore e aveva le spalline troppo lunghe,  difetti che però
sono stati prontamente “recuperati” dalla commessa che ha riempito l’
abito di spilli.
Il negozio fornisce il servizio sartoriale, ma trattandosi di un abito
che avrei dovuto utilizzare per una cerimonia a cui tengo molto, e non
fidandomi molto del modo in cui gli spilli erano stati posti dalla
commessa (in grandi quantità e senza un criterio sartoriale, ma solo
per ovviare al difetto in maniera “visiva”)ho preferito portare l’
abito a casa e affidarlo alla mia sarta di fiducia.
Dopo che la mia sarta ha visto l’abito mi ha però  segnalato che
necessitava di modifiche sostanziali che avrebbero sconvolto l’abito
che in ogni caso non sarebbe mai risultato perfetto.
Prontamente a 7 giorni dall’acquisto mi sono presentata in negozio
spiegando le mie ragioni, fiduciosa di poter trovare comprensione nel
negoziante, oltretutto abituato ad avere a che fare soprattutto con una
clientela “fissa”.
La sorpresa è stata quanto mi sono trovata a dover discutere con una
persona che non solo non aveva nessuna intenzione di riprendendersi l’
abito, ma che non ha nemmeno avuto l’educazione di lasciarmi finire di
parlare.
In ogni caso non entrerò nel merito dei modi utilizzati dalla stesso
ma mi atterrò semplicemente ai fatti per non entrare in ulteriore
polemica.
Le scuse utilizzate dal commerciante per non riprendersi l’abito sono
state le più svariate e contraddittorie.
La prima è stata che l’abito poteva essere sistemano dalle loro sarte,
ma dopo avergli spiegato che l’abito era già stato esaminato da una
sarta e con esito negativo la risposta è stata che gli abiti da
cerimonia non si cambiano.
Quando però gli ho segnalato che di abito da cerimonia non si trattava
ma bensì  di un abito estivo in saldo, lui mi risposto che gli abiti in
saldo non si cambiano.
A quel punto però ha aggiunto che siccome lui è una persona “buona”
allora mi avrebbe concesso di acquistare un altro abito da donna e nel
medesimo reparto (segnalo inoltre che qualsiasi altro abito avrebbe
avuto un costo più elevato), non lasciandomi nemmeno la possibilità di
poter spendere quei soldi in un secondo momento e in un altro reparto.
Vedendo che non era mia intenzione affrontare nuovi e più onerosi
acquisti mi ha detto di tenermi allora pure il mio abito visto che
tanto mi era piaciuto all’atto dell’acquisto.
Quale miglior conclusione?
Anche se pare che la legge non tuteli noi consumatori in queste
situazioni, ci tenevo comunque a segnalare la mia esperienza ad
associazioni come le vostre che potranno magari mettere all’erta nuovi
consumatori da posti del genere, per fortuna a quanto pare, ancora poco
diffusi.
Invito tutti a diffidare di esercizi che oltre alla vendita offrono
anche una componente di servizio apparentemente a favore del cliente ma
che, a mio parere, servono solo per portarlo all’acquisto in maniera
forzata.
Aggiungerei inoltre che nel caso dell’esercizio sopra menzionato la
componente di servizio sartoriale non viene nemmeno quotata in maniera
monetaria, in quanto viene spacciata “come tutto compreso”.
Pratica consolidata del negozio è infatti che gli abiti riportino un
prezzo indicativo che però viene ritoccato alla cassa dal proprietario
che tra sconto e servizio sartoriale fa un forfeit.
Nel caso in cui però avessi accettato di farmi ritoccare il vestito in
un secondo momento il costo del servizio sartoriale sarebbe stato a mio
carico (in quanto non compreso nel forfeit pagato all’acquisto, che
quindi non comprendeva il servizio).
Ringraziandovi per l’attenzione e nella speranza che questa mia
esperienza possa essere di lezione a qualcun altro, oltre che per me,
porgo in miei più cordiali saluti.


Silvia Amoruso

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