1 ottobre 2008

Una multa inverosimile, ma per il Prefetto si deve pagare

Salve,

ho subito un torto da un funzionario dello Stato.

Oggi mi è pervenuto una comunicazione  di rigetto di un mio ricorso  da parte del Prefetto della Provincia di Roma ad una contravvenzione fattami mentre io mi trovavo in BRASILE.

Lo scorso luglio 2007 mi è stata fatta una multa dai vigili del  Comune di Roma in quanto io “circolavo” (sic!)  con un ciclomotore 50 comunemente detto “cinquantino” in una zona a traffico limitato.

Ho fatto ricorso a tale multa in quanto:

  • Io in quel periodo mi trovavo in BRASILE  ed ho allegato copia del  passaporto.
  • La targa nel ciclomotore  risulta a me intestata, ma  io non uso tale targa da almeno 15 anni. Ovvero  in passato ho posseduto un motociclo 50, e quando l’ho venduto essendo la targa di tali motocicli personale, l’ho riposta in un cassetto e li giace senza MAI essere stata utilizzata da nessuno.
  • Io risiedo, vivo e lavoro in un paese della provincia di Salerno distante da Roma oltre 350 km. A Roma non ho né parenti, né amici  a cui, stupidamente avrei potuto dare  una targa a me intestata caricandomi pertanto di gratuite responsabilità.

Oggi il Prefetto di Roma  mi ha comunicato che ha RIGETTATO il mio ricorso e pertanto devo pagare 167 euro!!!!!

Sono un impiegato dello Stato, non ho mai riportato condanne, non ho mai fatto torto  a nessuno e non sono stato creduto!!!!

Per me 167 euro sono 4 giorni di lavoro. Un eventuale ricorso al Giudice di Pace mi costerebbe di più.

Ho deciso di pagare, fare un sacrificio e pagare una multa per un reato che non ho potuto palesemente commettere.

Un normale cittadino come si dovrebbe comportare in queste situazioni?

O.M.

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La risposta di ACU a questa  vicenda che sembra inverosimile è che forse è opportuna una denuncia ai Carabinieri.

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